
Dal millenario bue istriano al tipico "formaggio nel sacco" bosniaco, dal miele kosovaro alle prugne pozegaca serbe, senza dimenticare l'olio d'oliva di Elbasan in Albania: saranno i migliori prodotti della regione ad andare in scena nella prima edizione di Terra Madre Balcani, evento promosso grazie alla rete di comunità del cibo sparse sul territorio, che si sta tenendo nella capitale bulgara Sofia fino a domenica.
Oltre 160 i delegati per una "quattro giorni" intensa, fatta di conferenze, incontri, rassegne e workshop sui temi della conservazione della biodiversità, produzione alimentare e sviluppo del turismo rurale sostenibile, tutela e promozione dell'enogastronomia regionale, con un occhio di riguardo per i consumatori, da sensibilizzare maggiormente sulle potenzialità dei territori. A sei anni dal primo incontro mondiale a Torino, e a qualche mese dall'evento in Brasile che ha richiamato oltre 600 delegati, è la volta dei Balcani.
Grazie alla vasta rete sul territorio balcanico - un network che conta oltre 500 soci, 9 presidi Slow Food, 47 comunità del cibo, 8 programmi di educazione alimentare e 20 cuochi, insieme ad una ventina di progetti nell'area - gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere nell'evento di Sofia un gran numero di delegati da 10 Paesi dell'area (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia, Romania, Serbia e Turchia). Paesi con un passato terribile alle spalle, ancora percorsi da tensioni mai sopite.
Ma la filosofia Slow Food che anima il network è chiara, con una concezione dei territori che "va al di là dei confini": questo è il senso di "mettere insieme Paesi con specificità comuni, con opportunità comuni e anche ostacoli comuni da risolvere, riunire i produttori per cercare di risolvere i problemi".