sabato 27 agosto 2011

A Vieste dallo chef Leonardo Vescera

Leggi il post ed ascolta buona musica: Roger Water The Mother (clicca qui ed apri altra scheda)
Il suo maestro è stato il famoso Don Alfonso Iaccarino della Costiera Amalfitana. Il ristorante dove oggi lavora è Il Capriccio a Vieste. Le sue origini daune non vengono tradite nella scelta dei prodotti, rigorosamente autoctoni, di cui fa largo uso, miscelandoli sapientemente, con la tecnica dei grandi chef, con i prodotti nazionali e d internazionali. Dotato anche di raffinata creatività riesce a proporre piatti unici nel suo genere: patata rossa, gamberi e lenticchie al rosmarino; risotto con pantanegra e provola affumicata, filetto di dentice cotto in foglie di limone e coriandoli di verdure, sono solo alcune delle specialità che propone ai suoi clienti.

domenica 14 agosto 2011

Il pane di Monte Sant'Angelo

Leggendo il post ascolta della buona musica: Ennio Morricone e Mirelle Mathieu (clicca qui ed apri in altra scheda)
Monte Sant'Angelo è un grazioso paesino del Gargano che sembra sospeso nel tempo. Si affaccia sul golfo di Manfredonia. Il panorama è mozzafiato. Il bianco delle case del quartiere Junno, il blu del mare Adriatico, il verde della Foresta Umbra, sono solo alcuni dei colori che dipingono un quadro naturale. Famosa per il santuario dell'Arcangelo Gabriele. Tappa obbligata per i tanti pellegrini che, sin dal tempo delle crociate, partivano dal santuario di Monte Saint Michael in Francia, diretti in Terra Santa. Le stradine, le viuzze s'inerpicano sul monte in un continuo saliscendi tra le numerose e ben fornite botteghe di prodotti tipici. Famoso oltre che squisito è il "pane di Monte", famoso anche oltre i confini del paese. Sono grosse ruote di pane cotto nel forno a legna dei tantissimi panifici presenti in paese. Le grandi fette di pane accolgono nella loro calda fragranza i saporiti pomodori del vicino arenile di Zapponeta, conditi con un filo d'olio extravergine di fruttata coratina, con un pizzico di sale ed una spruzzatina di profumato origano. Una squisita variante è abbrustolire il pane prima di condirlo. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino di Bombino bianco.

lunedì 8 agosto 2011

I buoni piatti delle isole Tremiti.

Leggi questo post ascoltando buona musica: Serge Gainsbourg
In questi giorni le isole Tremiti, al largo della costa garganica, vivono il momento di maggior affluenza turistica di tutto l'anno. Nonostante questo, l'ospitalità e la gastronomia non deludono le aspettative degli ospiti. La cucina locale è impostata su prodotti essenzialmente di mare: pesci, crostacei e frutti di mare.
Piatti tipici della cucina isolana sono: pulepe 'npregatorie, zuppa di pesce, ragù con cozze ripiene, secce e psille, pane cuttee fojje. Questi piatti vanno abbinati ad olio di ogliarola garganica ed un buon vino San Severo Bianco.
Buon appetito!

Fragagghiamme.

Un buon antipasto della cucina dauna è quello fatto con il pesce crudo o marinato nel succo di limone. Tra i più saporiti certamente vi è il “fragagghiamme”. Sono pescetti da consumare crudi o fritti che si sciolgono in bocca. Un'abbinamento di sicuro successo è con l'ultima Docg pugliese proclamata giorni fa e prima per un rosè: Castel del Monte Bombino nero di Rivera.

domenica 7 agosto 2011

La Paposcia del Gargano.

L’alimento principale dei contadini di Vico del Gargano erano pagnotte da 2 o 5 Kg che dovevano essere sufficienti a sfamare la famiglia per una settimana o perfino per 15 giorni. Nacque così la paposcia, dall’esigenza di verificare se la temperatura del forno fosse giusta: l’impasto usato per le pagnotte di pane che rimaneva attaccata alla madia veniva raccolta, impastata, allungata con le mani, infarinata e posta nel forno per pochi minuti prima delle pagnotte di pane in quanto la tenuta della paposcia alla buona cottura preannunciava la buona riuscita del pane. La forma allungata e schiacciata, somigliante a quella di una pantofola ne fa derivare il nome: babbuccia, babouche (in francese), Paposcia in dialetto. Questa non veniva buttata, anzi una volta tagliata a metà era condita con un filo d’olio e formaggio fresco locale. Questo piatto tutto garganico è davvero eccezionale, frutto d'antiche tradizioni contadine. Slow Food ha deciso di istituire un presidio per salvaguardarla come già è successo per arance, caciocavalli podolici e anguille di Lesina.