domenica 7 agosto 2011
La Paposcia del Gargano.
L’alimento principale dei contadini di Vico del Gargano erano pagnotte da 2 o 5 Kg che dovevano essere sufficienti a sfamare la famiglia per una settimana o perfino per 15 giorni. Nacque così la paposcia, dall’esigenza di verificare se la temperatura del forno fosse giusta: l’impasto usato per le pagnotte di pane che rimaneva attaccata alla madia veniva raccolta, impastata, allungata con le mani, infarinata e posta nel forno per pochi minuti prima delle pagnotte di pane in quanto la tenuta della paposcia alla buona cottura preannunciava la buona riuscita del pane. La forma allungata e schiacciata, somigliante a quella di una pantofola ne fa derivare il nome: babbuccia, babouche (in francese), Paposcia in dialetto. Questa non veniva buttata, anzi una volta tagliata a metà era condita con un filo d’olio e formaggio fresco locale. Questo piatto tutto garganico è davvero eccezionale, frutto d'antiche tradizioni contadine. Slow Food ha deciso di istituire un presidio per salvaguardarla come già è successo per arance, caciocavalli podolici e anguille di Lesina.
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