venerdì 30 aprile 2010

Agricoltura biologica e sviluppo locale: IMC incontra il Ministro dell’agricoltura libanese.


Il Libano è un Paese mediterraneo che può trarre i massimi benefici dallo sviluppo dei prodotti dell’agricoltura biologica.
Il Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia è stato ricevuto dal Ministro dell’agricoltura libanese Hussein Al Hajj-Hassan, insieme al direttore IMC accreditata a Beirut (leader in Libano nella certificazione dell’agricoltura biologica) e alla segreteria organizzativa del consorzio RIFOSAL (Consorzio per la ricerca e la formazione sulla Sicurezza Alimentare).
L’incontro ha avuto come oggetto l’illustrazione del progetto “Conosci il tuo pasto” per la certificazione della filiera agricoltura/ristorazione/turismo avviato proprio dall’ Italia e Libano, paesi nei quali vi sono i primi ristoranti che hanno ottenuto la certificazione con il Galletto, simbolo della ristorazione che guarda all’agricoltura locale di qualità.
E non a caso, cucina italiana e cucina libanese rappresentano due scuole centrali di un modello mediterraneo che riscuote successo e attenzione anche fuori dai rispettivi confini nazionali.
Il supporto all’agricoltura biologica ed allo sviluppo dei prodotti biologici sul mercato locale sarà uno degli impegni dei prossimi anni del Ministero dell’agricoltura Libanese.
Dopo l’incontro, il Presidente IMC, alla presenza di giornalisti e delle principali emittenti televisive nazionali, ha consegnato alle due giovani imprenditrici Sabine Kassouf e Layan Makarem il certificato di conformità al primo organic shop in Libano. Infine, in serata, in occasione di un incontro conviviale tra produttori biologici e ristoratori libanesi, organizzata dal ristorante Delanature e da IMC Liban, è stato consegnato il certificato "Conosci il tuo pasto" a Mrs. Ghina Kaii , proprietaria del ristorante che ha recentemente ottenuto la certificazione. Nel corso della serata alcune aziende libanesi hanno presentato i loro prodotti biologici già entrati nella ristorazione libanese tra i quali i vini dei Monasteri di Adyar, l’olio extra vergine d’oliva dell’azienda Sidonia, le salse e le conserve di Adonis Valley, gli ortaggi freschi della Cooperativa Biocoop Lubnan e le mele e kiwi dell’ azienda Khalifeh Organic farm.

venerdì 23 aprile 2010

Mangiare meridiano.


A cura di Vito Teti
Pagine 360, ill. a colori e bianco e nero, Euro 12,00 - ISBN 88 8324 079 0
Mangiare meridiano. Le culture alimentari di Calabria e Basilicata appare nel 1996 come libro strenna della Carical, Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania. Nonostante si trattasse di una edizione fuori commercio, il volume ha conosciuto una notevole diffusione e risulta ormai introvabile. Per questa ragione, e non solo, si è deciso di riproporlo in una nuova edizione, riveduta e arricchita dallo stesso Vito Teti.
«Un'idea di fondo del libro è quella di ripensare la storicità, la dinamicità, l'articolazione, i mille volti, i contrasti, le somiglianze e le diversità di quelle che vengono defmite "alimentazioni tradizionali" del Mediterraneo, proprio a partire dalle vicende di due regioni considerate emblematiche di tale universo.
Vengono, in particolare, presi in considerazione alcuni tratti delle culture alimentari delle popolazioni calabresi, lucane, meridionali, che presentano somiglianze con quelle di altre aree del Mediterraneo: la socializzazione legata al cibo, la convivialità, la pratica del dono alimentare, il fare e il dare da mangiare, la ritualità legata alla produzione, alla preparazione, al consumo dei cibi. Questi tratti caratterizzanti, ma non esclusivi della tradizione alimentare meridionale, trovano una loro ragione nella storia, nelle condizioni materiali, nella cultura delle popolazioni».
Questo nuovo volume, che propone saggi di autori da tempo impegnati ad indagare e a "raccontare" (con una pluralità di linguaggi) le culture alimentari e non solo del Mediterraneo, appare oggi in un periodo di rinnovato interesse per il Mezzogiorno d'Italia, tema culturale che incontra esiti talvolta felici, talvolta controversi.

martedì 20 aprile 2010

Nella vecchia trattoria.


di Cesare Spreafico
Mio nonno raccontava che un tempo sulla piazza del mercato di Erba, ridente paese nel cuore della Brianza, si affacciavano ben sette tra osterie e trattorie. Come nel resto della Brianza, alcune hanno tentato di resistere ad essere sostituite con asettici ristoranti che di trattoria o osteria conservano solo il nome; l’ultima, la gloriosa trattoria Cavenaghi, ha chiuso i battenti circa un decennio fa, portandosi con se l’ultimo baluardo di cucina tradizionale brianzola ad Erba. A Mariano Comense, cuore della Brianza dei legnamèe, resiste invece ancora il ristorante Longoni, al centro della Piazza Roma che poi tanto piazza non sembra essendo il vialone che attraversa Mariano e la taglia a metà.
La trattoria, aperta solo il mezzogiorno, è gestita da tre fratelli, in sala si incontrano Carluccio, che è anche il sacrestano della parrocchia di San Rocco, e Luigino, dalla fulminante battuta talvolta per palati non sofisticati; il terzo fratello invece è in cucina.
La scelta dei piatti è abbastanza limitata: come primo, maccheroni al sugo alternati con minestra riso e prezzemolo (ottimo il brodo di carne) e per secondo nodino ai ferri o costata. Saltuariamente si trova manzo bollito e trippa. Merita una menzione a parte la cotoletta alla milanese, fatta come deve essere fatta: rigorosamente di vitello con l’osso, impanata e rosolata nel burro, tanto che ogni volta che la ordino, condannandomi ad un pomeriggio di incipiente sonnolenza, al primo boccone il pensiero corre alla cucina della mia povera nonna.
Per chiudere guai a rifiutare un tuchel di gorgonzola o di taleggio. La frutta, fresca di stagione e secca, che a fine pasto viene comunque servita, viene portata in cesti un po’ come nelle trattorie di una volta e dopo il caffè l’oste usa offrire un goccino di grappa giusto “per sciacquare la bocca”.
A parte questa immersione nel sapore del tempo perduto vale soprattutto la pena assaggiare una atmosfera non asettica, e dove l’ambiente informale della trattoria non è costruito ad arte: la clientela è per lo più abituale e il “forestiero” non esce senza aver soddisfatto qualche curiosità dei fratelli, subito condivisa dagli habitué del locale. L’unica nota è che anche questo è un posto in via di estinzione e conviene affrettarsi. Da un po’ ogni fine anno i fratelli dicono che non riapriranno all’inizio del successivo, poi la serranda fortunatamente si alza ancora. Prima o poi però questo non succederà ad avremo perso ancora un altro pezzo di storia della Brianza.

domenica 18 aprile 2010

Chef & Gourmet.


Diario semiserio di un grande cuoco e di un discreto buongustaio: Nicola Batavia e Massimo Roscia. Non è un romanzo e neanche una raccolta di racconti, un saggio, un trattato gastronomico o un ricettario. È, più semplicemente, un diario a quattro mani, un diario semiserio, un diario-mai-scritto, in cui ricordi, esperienze, episodi del vissuto quotidiano ma, soprattutto, un’enorme, viva, contagiosa, maniacale passione per il cibo di uno chef e di un gourmet si fondono miracolosamente, amalgamandosi come gli ingredienti della più gustosa delle pietanze. Il punto di vista autentico di chi crea un piatto messo in relazione con quello, altrettanto genuino, di chi lo assapora. Nessun plot apparente, soltanto semplici tracce di vita che testimoniano l’evoluzione personale e quasi parallela del gusto nei due protagonisti. Un confronto diretto ed originale che si basa su nozioni culinarie e degustative dalla rigorosa fondatezza tecnico-scientifica, ma che si propone ai lettori in una veste sorprendentemente schietta, immediata, fruibile, giocosa, dissacrante, piacevole, dolceamara. In una parola… umana.
Il volume è stato insaporito con una serie di gustosissime ricette inserite a margine di ogni capitolo. Quelle curate da Massimo si riferiscono ad una cucina tradizionale, semplice e casalinga; quelle scritte da Nicola appartengono invece alla haute cuisine ma, grazie all’ausilio di originali schizzi autografi, sono facilmente accessibili e riproducibili da tutti.
Nicola Batavia, quarantadue anni, è Chef e patron del ristorante torinese ‘L Birichin. Nel 2006 ha ottenuto la prestigiosa stella Michelin.La sua cucina propone piatti dell’antica tradizione piemontese rielaborati attraverso un’accurata selezione della materia prima, l’applicazione di una solida tecnica affinata in Inghilterra, Francia, Thailandia e Spagna ed un talento creativo fuori dal comune. La sua cucina ha fatto da padrona durante il periodo delle Olimpiadi di Pechino 2008 pressol’Hospitality Vip della Nike.
Massimo Roscia, trentotto anni, è uno scrittore ed un appassionato gourmet. Lavora presso la Camera di Commercio di Frosinone (dove si occupa, tra l’altro, proprio di enogastronomia) e collabora con varie riviste nazionali ed internazionali di settore. Già autore di numerosi racconti, saggi, ricerche e altre pubblicazioni, vincitore di diversi premi letterari, ha esordito nel 2006 con il romanzo "Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo". L’originale noir sul rapporto cibo-nevrosi, per i tipi di Edizioni della Meridiana di Firenze, ha ottenuto in pochi mesi un grande successo di pubblico e di critica.
Pagg.: 256 - Formato 24 x 17 cm - Brossura con alette
Prezzo: € 14,50

domenica 11 aprile 2010

IV Concorso Oleario Internazionale, Premio Armonia.


di C. S.
10 Aprile 2010 Teatro Naturale n. 14 Anno 7
Lo scorso 21 e 24 marzo, a Viterbo, presso Domus La Quercia, si sono svolte le selezioni finali. Franca Angerosa, Capo Panel COI, ha diretto la Commissione di valutazione, formata da 9 esperti assaggiatori, provenienti da diverse regioni.
A rappresentare la Spagna, il dott. Wenceslao Moreda dell’Istituto de La Grasa di Siviglia, delegato COI per le attività formative estere in materia.
Ardua l’attribuzione del primo e del secondo premio, soprattutto nella sessione degli intensi. L’individuazione dei vincitori, giocata sul filo di lana, ha reso necessaria la ripetizione delle prove di selezione per ben tre volte.
Si è riunita anche la Commissione di valutazione del packaging.
La Commissione, composta da artisti, architetti, grafici, designer, da esperti di marketing e di psicologia applicata, mentre ha rilevato un interessante attenzione agli aspetti estetici della confezione e alla ricerca di eleganza della immagine grafica della etichetta, ha evidenziato la difficoltà delle confezioni a stabilire un’adeguata risposta strategica al mercato.
L’incapacità di presentare elementi capaci di descrivere con efficacia i “benefit offerti” e di presentare con forza e distintività le caratteristiche dei prodotti (le varietà delle cultivar, le specificità del territorio,….) è molto diffusa e oltre a produrre una incerta e fragile definizione del “posizionamento” dei singoli prodotti, non aiuta a connotare le qualità del comparto dell’olio extravergine nel suo insieme.
Tematiche di grande rilevanza, che rappresentano i maggiori punti critici del sistema della comunicazione di questo straordinario prodotto delle cultura agroalimentare italiana: tematiche che il Concorso Armonia ha iniziato ad approfondire e che intende dibattere nel corso della Cerimonia di Premiazione, che si terrà alle ore 15 dell’11 maggio 2010 nell’Aula Magna del Palazzo Ducale di Colorno, Parma, sede di ALMA, la Scuola internazionale di cucina diretta da Gualtiero Marchesi.

domenica 4 aprile 2010

In Liguria si promuove la gastronomia mediterranea.


Barcellona, Torino e Genova, insieme all'Associazione Conservatoria del Piemonte e al Conservatorio Internazionale delle Cucine Mediterranee danno vita ad un progetto per la valorizzazione dei prodotti alimentari locali. Le bancarelle verranno allestite nell'area del Porto Antico dal 29 aprile al 2 giugno. Si potranno gustare ed acquistare prodotti tipici di Barcellona, Marsiglia, Torino, Genova e le specialità delle Repubbliche Marinare di Pisa, Venezia e Amalfi. L'evento al Porto Antico sarà un' anteprima del grande «Food Market Festival», un festival della filiera enogastronomica internazionale che si terrà a Genova nel 2011. Il progetto MedEmporium comprende l'organizzazione e l'attuazione di quattro mercati pilota, uno in ogni principale città che ha aderito all'iniziativa. Quattro importanti mercati dove i commercianti potranno esaltare la freschezza e la qualità dei prodotti mediterranei e sull'importanza di mangiare alimenti locali, freschi, sani e genuini. Saranno date informazioni sulla dieta mediterranea, conosciuta in tutto il mondo come la più salutare. Ogni progetto pilota è organizzato a livello locale, ma i risultati e le attività di ciascun progetto saranno discusse e condivise da tutti i partner MedEmporium. L'analisi terrà conto dell'intera realtà dei mercati mediterranei, per giungere ad un approccio più globale e concreto che possa migliorare l'integrazione sociale e turistica dei vari paesi. Un progetto ambizioso che grazie all'appoggio dell'Associazione di Sviluppo Gal Genovese ed il Comune di Genova promuove il ruolo dei mercati cittadini.