domenica 20 giugno 2010

Cap de Barbaria è un vino mediterraneo.


Spostiamoci in Spagna, nella estremo sud della piccola isola di Formentera, una striscia di terra dominata da un bellissimo faro raggiungibile solo con una minuscola stradina asfaltata.
In questa zona selvaggia si nasconde il Petit Hotel Agroturisme, l’ultima casa prima del faro, un buen retiro esclusivo di sole sei camere, ristorante con un occhio alla Francia, dove si servono i vini prodotti nella tenuta.
Uno di questi, un rosso, un blend composto da due varietà d’uva locali, la Monastrell e la Fogoneu, e due varietà internazionali come il Cabernet Sauvignon e Merlot. Le prime due fanno parte di un vecchio vigneto di quaranta anni franco piede mentre i vitigni internazionali compongono un vigneto del 1999 di un ettaro e mezzo ad alta densità (5.500 piante/ha).
L’uva, dopo essere stata raccolta manualmente, viene diraspata e subito fatta fermentare in acciaio a temperatura controllata. Una volta terminato il processo, e questa è una particolarità, il vino viene lasciato ancora a contatto con le bucce per un periodo che può arrivare anche ad un mese, durante il qualche si susseguono continui rimontaggi. Una volta svinato il vino subisce la malolattica e il successivo affinamento in barrique fino a quando Xavier Figuerola, l’enologo, non decide di fare l’assemblaggio finale e il successivo passaggio in bottiglia.
Cap de Barbaria è un vino mediterraneo, marino, a tratti esotico, senza eccessi di legno e di alcol, sa di vento di mare, ci ritrovi il mirto, il corbezzolo, l’alloro, la frutta nera di rovo, i fiori seccati da sole. In bocca è di grande equilibrio, elegante, ampio e di grandissima sapidità. Alla cieca non potresti mai dire che non è un vino del mare. Ottomila bottiglie prodotte. Un piccolo capolavoro delle Isole Baleari.

sabato 19 giugno 2010

La UE impone il suo menù.


foto di "Eric Clapton"
Dal vino senza uva al formaggio senza latte fino all’entrata in vigore del regolamento mediterraneo che colpisce telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale. Sono alcune delle recenti prese di posizione dell’Unione europea che stanno cambiando in peggio le prelibatezze alimentari degli italiani.
E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti in occasione dell’allarme lanciato dal vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, sul fatto che il primo 'si' del Parlamento europeo all'introduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale potrebbe ''mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari''.

domenica 13 giugno 2010

Nasce il primo Centro dedicato alle tradizioni culinarie dei paesi del Mediterraneo.


Un luogo unico, l’ex convento dei frati cappuccini di Ragusa Ibla, miracolosamente sopravvissuto al terremoto del 1693, viene dedicato al primo centro di valorizzazione della cultura enogastronomica del Mediterraneo. Un progetto che nasce dalla sinergia di una partnership d'eccezione: la Fondazione San Giovanni Battista, proprietaria del bene, è infatti accompagnata per lo sviluppo del progetto dalla Fondazione Rosselli, da Slow Food Sicilia e Alma-La scuola internazionale di cucina italiana, dal Comune e dalla Provincia di ragusa, dalla Regione Sicilia, dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa e dal Consorzio La città solidale.
Il centro nasce dalla volontà di ricercare, studiare e tramandare le tradizioni culinarie siciliane in relazione con quelle degli altri paesi del Mediterraneo, in nome di un’identità alimentare e culturale comune capace di costruire un futuro responsabile e condiviso. Per questo il Centro offre percorsi di studio e approfondimento per appassionati, turisti e studenti, e corsi professionali di altissimo livello per giovani che vogliono diventare cuochi e pasticceri, mestiere molto ambito e di sicuro successo. Il Centro è inoltre un luogo di scambio e di incontro tra residenti, turisti, cittadini del Mediterraneo e del mondo, che vogliano approfondire tematiche enogastronomiche, anche approfittando della particolarità del luogo, che ospita un ristorante e un albergo, avvolti nell’atmosfera dell’antica confraternita. Il Centro dispone anche di una sala conferenze della capienza di circa cento persone, dove vengono organizzati incontri, seminari, presentazioni di libri e prodotti, legati alla missione del Centro.

domenica 6 giugno 2010

I risultati di Coffee Experience 2010.


foto di Luca Careddu
Coffee Experience 2010 ha emesso i verdetti, forte degli oltre 8.000 assaggi svolti a Verona dall’8 al 12 aprile nell’ambito di Agrifood Club, il salone ospitato all’interno di Vinitaly. Sono stati passati al vaglio 35 caffè italiani, nell'ambito dell'evento organizzato dal Centro Studi Assaggiatori.
Sono cresciuti i consumatori che affermano di guardare l’insegna dei bar e che cercano una marca conosciuta (3% nel 2009, 4,6% nel 2010).
Dalla ricerca emerge che sono in aumento le persone che consumano il caffè senza zuccherarlo (30% nel 2009, 32,4% nel 2010), ma anche quelle che lo desiderano macchiato (16,6% nel 2009, 18% nel 2010).
Il Centro Studi Assaggiatori è l’unità di ricerca sull’analisi sensoriale nel nostro paese, ogni anno compie migliaia di test sui consumatori per verificare la qualità percepita di prodotti e servizi. Collabora con università italiane e straniere.