sabato 29 novembre 2008

Cosa influenza il prezzo del vino?

1-Caratteristiche della vigna. Costo dell’appezzamento per ettaro.

2-Costi di vendemmia e di vinificazione.

3- Numero di bottiglie prodotte nelle diverse annate.

4-Costo di ammortamento.

5-Packaging. Bottiglia, tappo (sughero, vetro, silicone), etichetta.

6- Il confronto con la distribuzione è una fase cruciale e diversificata a seconda del canale utilizzato. I canali distributivi principali sono due, la GDO, la grande distribuzione organizzata che è molto cambiata negli ultimi anni, e l’Horeca, ovvero enoteche, caffè, ristoranti, wine bar, catering.

7- Costi dell’attività commerciale dell’azienda: Interna (rappresentanti in azienda o itineranti). Esterna: canali distributivi.

8-Pubblicità

Nonostante questa analisi, l’incidenza di tali fattori sul prezzo del vino si modifica in base alle singole realtà aziendali. Infatti da punto di vista commerciale, la situazione non è omogenea e bisogna considerare sempre alcune distinzioni: ci sono aziende medio- piccole, aziende grandi e rinomate, le cantine cooperative ed esistono poi realtà molto ampie come i gruppi in cui si riuniscono aziende e cooperative di viticoltori.

Bibliografia-Il marketing del vino, Emanuelle Rouzet - Gérard Seguin, Edagricole

martedì 25 novembre 2008

Ponte della Lama di Cefalicchio

Voglio segnalarvi uno dei migliori vini rosati italiani prodotto dalle classiche uve locali, Uva di Troia (90%) e Montepulciano (10%), provenienti da un vigneto posto su terreno sedimentario, calcareo-argilloso, posto da 250 a 350 metri d’altezza a ridosso delle colline dell’Alta Murgia. L'azienda agricola, biodinamica, certificata Demeter, che lo produce è la Cefalicchio (nome della contrada dove ha sede la cantina) di Canosa.
Questo vino rosato di forte personalità nasce da una vinificazione classica, che prevede un breve contatto, solo alcune ore, del mosto con l’uva pigiata. Di colore rubino cerasuolo, corallo, rosa ciclamino, brillante e ricco di sfumature, dagli aromi inconfondibilmente mediterranei, varianti da una frutta ben matura, ma croccante, dove spiccano la mora, il ribes, il lampone, la ciliegia, accenni di melograno, al selvatico, con note di liquirizia e accenni di cuoio e spezie, a comporre un insieme carnoso.
Ma e’ in bocca, al palato, che il Ponte della Lama (prezzo medio in enoteca sui 7 euro) dà il suo meglio, con un frutto ben polputo e succoso, consistente, un alcol (di solo 12 gradi e mezzo, cosa molto interessante per un vino pugliese), ben calibrato, un carattere saldo e asciutto, e una lunga persistenza e piacevolezza, vivacizzata e scandita da una giusta acidità, sapida e nervosa quanto basta.
Davvero un bel vino, da servire sui piatti classici della cucina estiva, dagli antipasti freddi ad insalate di riso e di pasta, alla parmigiana di melanzane, alle torte di verdura, ma ottimo anche su umidi di pesce ed anche su una pizza ben guarnita.
Azienda agricola Cefalicchio Contrada Cefalicchio Canosa di Puglia (BA)

domenica 23 novembre 2008

Per fare un buon olio extravergine occorre........


Come si prepara il Pane Cafone

In questo video potete imparare la ricetta del vero Pane Cafone fatto in casa.

sabato 22 novembre 2008

ll tartufo nero di Roseto Valfortore

L’Umbria è la regione del tartufo per antonomasia, ma in pochi sanno che il pregiatissimo fungo ipogeo è coltivato anche nel Foggiano. A Roseto Valfortore, infatti, ci sono circa 30 produttori del “Tartufo Scorzone Nero”, qualità pregiata e molto richiesta. Un altro prodotto autoctono, prodotto in Puglia, ma trasportato nelle altre regioni e commercializzato anche con etichette non pugliesi. Una parte del tartufo umbro, dunque, viene prodotto a Roseto, dove ci sono veri e propri pionieri di questa coltivazione, come il veterano Giuseppe Rossi. Il Comune di Roseto Valfortore, inoltre, ha realizzato insieme alla Provincia di Foggia e all’Ispettorato Forestale, un ettaro di coltivazione del tartufo in località Montestillo, nei pressi dello splendido borgo dauno. Si tratta di cento piantine micorizzate (le cui radici, cioè, tramite uno speciale procedimento, sono intrise di spore di tartufo) che in qualche anno potrebbero produrre proprio il pregiato “scorzone” di Roseto.

La comunicazione è un ottimo rimedio per la crisi dell'olio

I blog sono entrati di diritto nel mondo della comunicazione. E' un mondo in continua evoluzione. Si sperimentano nuove forme comunicative: i microblog. I Social Network, dove si entra a far parte di una comunità, si moltiplicano ogni giorno. E' uno strumeto efficace per estendere la propria visibilità. Nulla di tutto ciò accade per il settore oleario. E' completamente assente su Internet. Perché queste forme di comunicazione non vengono utilizzate dagli oliandoli? Vedo un futuro luminoso per gli "oil blog" in quanto i numerosi appassionati dell'olio li vedono come una fonte di informazione alternativa a quella ufficiale. Gli olivicoltori e i frantoiani sono persone con scarsa attitudine alla comunicazione, poco inclini a interrogarsi, a confrontarsi, figuriamoci se lo fanno su Internet. Manca la capacità e la forza di pensare. Il lamento coincide sempre con i momenti di crisi, ma poi tutto passa. Nessuno che intenda agire concretamente. Tutte le forme di comunicazione sono ormai indispensabili. Il motto dev'essere: lamentarsi meno e comunicare di più.

Crisi dell'olio extravergine di oliva.

Questa crisi annunciata dell’olio di oliva non è legata alla crisi economica. E’una crisi che viene da lontano ed ha precise responsabilità. Tanti quelli che hanno depredato il settore. Tanti quelli che hanno manifestato totale disinteresse in tutti questi anni verso l'agricoltura. Non sono mancati i fondi per sostenere i produttori, anzi, di denaro ne è stato versato a fiumi, disperdendosi in mille e più rivoli, senza però giungere a destinazione. Un esempio sono state le Moc (macro organizzazioni commerciali): denaro sprecato, un fallimento. Oggi qualcuno pensa di risolvere la crisi con soluzioni di grande impatto per far fronte all’emergenza, ma non è questa la strada giusta. Un progetto valido è stato più volte proposto da Luigi Caricato: il Risorgimento dell’olio italiano. Tentava di unire le filiere legate alla produzione, al commercio e all’industria, ma è mancata la volontà di firmare un documento programmatico. Il mondo dell’olio è sfilacciato, privo di nerbo e di una identità. Nel frattempo gli anni passano e le crisi non si contano più. Saranno, nonostante tutto, le stesse figure, al solito, proprio quelle su cui ricade la responsabilità dell’attuale fallimento, ad occuparsi della gestione dell’emergenza. Ed è proprio questa la grande beffa che si sta consumando ai danni dell’olivicoltura italiana.

domenica 16 novembre 2008

Non c’è mercato per il nostro olio extra vergine?

Il comparto olivicolo-oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni. Nonostante il riconoscimento comunitario del marchio DOP (Denominazione d’Origine Protetta) ‘Dauno’ sono milioni i litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale. Non è pensabile che tale andamento disastroso delle contrattazioni sia giustificato dall’alibi della stagnazione dei consumi. Le famiglie utilizzano olio. Piuttosto, c’è da chiedersi di che olio si tratta, visto che quello pugliese non trova acquirenti. Se il grano arriva per mare, l’olio arriva su gomma. Ingenti quantitativi di prodotto vecchio, trasportati su camion provenienti soprattutto dalla Spagna, stanno arrivando in Italia, per divenire miracolosamente ‘made in Italy’. Questo giustifica il crollo del 17% del prezzo dell’olio extravergine di oliva, a soli 20 giorni dall’inizio della campagna olivicolo-olearia. Sulla trasparenza e sulla rintracciabilità si gioca la sfida per il settore olivicolo. Occorre assicurare che tutti gli oli etichettati dopo il 17 gennaio 2008 rispettino il Decreto che impone le "Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell'etichetta dell'olio vergine" prevedendo la indicazione obbligatoria dello Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio. Se le olive sono state prodotte in più Paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente.

domenica 9 novembre 2008

Trenino del Gargano

DOMENICA 30 NOVEMBRE 2008, organizzato dall'Assessorato ai Trasporti e da quello al Turismo della Provincia di Foggia, il Trenino del Gargano si dirigerà da Foggia a Carpino per consentire di gustare a pieno la Festa dell'Olio attraverso una visita guidata ad un frantoio olerario di eccellenza ed una degustazione presso un agriturismo di Ischitella. 79 km di ferrovia immersi nella natura alla scoperta di località turistiche di grande valore naturalistico. Quella del Gargano è una linea ferroviaria che vanta di essere stata la prima in Italia ad adottare la trazione elettrica. Fu infatti costruita nel 1931.
Il panorama che si presenta ai passeggeri trasforma il viaggio del caratteristico “trenino” in un’esperienza suggestiva dovuta soprattutto alle bellezze naturalistiche che si incontrano lungo tutta la strada ferrata. Snodandosi dal lago di Varano alla zona costiera tra Rodi Garganico e Peschici, permette, anche grazie alla velocità tutt’altro che eccessiva, di gustarsi ogni angolo del paesaggio dove ulivi, mare, lago, rocce si susseguono talvolta anteponendosi l’uno all’altro dando quasi l’impressione di un gioco utile a suscitare ulteriore interesse e stupore.

Si è trattato di pizzo non di piromani


Nel 2007 il Gargano bruciò da Vieste a Peschici. I giornali e le televisioni ci dissero che era colpa di piromani interessati al rimboschimento. Secondo Alenrylu la verità è che si è trattato di pizzo non pagato dai gestori di alcuni villaggi.