domenica 12 luglio 2009

Prodotti pugliesi: autostrada della quantità o sentiero della qualità?

Acquista prodotti pugliesi il 75% dei consumatori perché incentivato da una conoscenza diretta (44%) o mosso dalla curiosità (41%), ma anche su consiglio di amici e parenti (30%). E’ quanto emerge dalla ricerca sugli scenari evolutivi del sistema agro-alimentare, un’indagine quanti-qualitativa sugli scenari evolutivi del sistema agroalimentare pugliese, condotta da Swg su un campione di 800 tra consumatori italiani e stakeholders, dove “il contributo esperto degli addetti ai lavori s’incrocia con le percezioni e le esigenze del mondo del consumo italiano, per dare profondità ad un quadro complesso, che in questi anni vive al centro delle dinamiche di globalizzazione e sperimenta le sollecitazioni ad una ristrutturazione tanto profonda quanto inevitabile”, spiega Alessandra Salfi, ricercatrice della società triestina specializzata in indagini demoscopiche.
Dalla ricognizione compiuta da Swg emerge che la vocazione agro-alimentare del nostro territorio risulta ampiamente riconosciuta dai consumatori italiani, che all’interno del panorama delle regioni collocano la Puglia tra il 2° e il 3° posto per la bontà dei prodotti, tra il 3° e il 4° per la genuinità, tra il 4° e il 5° per la qualità, tra il 4° e il 6° per la sicurezza.Un posizionamento di tutto rispetto, dal quale emerge peraltro che “natura, gastronomia e cultura” (i tre pilastri del profilo d’immagine tratteggiato dai consumatori) sono il biglietto da visita di una regione che da qualche anno persegue la sua vocazione turistica e raccoglie oggi i frutti di questo lavoro (il 68% dei cittadini extra-regionali intervistati dichiara, infatti, di aver visitato la Puglia e il 53% lo ha fatto per turismo).Le dichiarazioni sul comportamento d’acquisto chiariscono le dimensioni del fenomeno: degli intervistati, il 75% ha acquistato prodotti pugliesi, incentivato da una conoscenza diretta (44%), mosso dalla curiosità di provare qualcosa di nuovo (41%) o su consiglio di amici e parenti (30%). Si tratta quindi di una scelta consapevole – solo per il 16% guidata dal caso – agevolata anche dalla chiara riconoscibilità della provenienza regionale, ravvisata dall’81% degli acquirenti.
Dall’indagine sugli addetti ai lavori emerge poi che valorizzazione, comunicazione e distribuzione del prodotto pugliese rappresentano gli elementi inscindibili di un approccio commerciale più strutturato, di cui sentono la mancanza soprattutto gli stessi produttori e stakeholders pugliesi.Il quadro delineato dagli operatori si sovrappone in più punti all’immagine percepita dai consumatori italiani: l’agro-alimentare s’identifica con un modello produttivo imperniato su qualità, genuinità e tipicità e che appare frenato da una serie di potenzialità inespresse e da un elevato grado di frammentazione del settore primario, che acuisce la scarsa propensione alla collaborazione e all’innovazione. Sullo sfondo gli intervistati rilevano: un flusso in controtendenza verso il “ritorno alla campagna”, le tensioni legate alla crisi della grande industria e una ristrutturazione del settore che appare inevitabile. Di qui la consapevolezza di essere di fronte a un bivio: “l’autostrada della quantità o il sentiero della qualità?”.
Quale delle due direzioni deve intraprendere il sistema agro-alimentare pugliese? Sono davvero due strade opposte destinate a non incontrarsi?

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