domenica 19 dicembre 2010

Centro di cultura gastronomica a Valderice.


Il centro sarà operativo a marzo, nella sede del Molino Excelsior a Valderice grazie alla collaborazione con l'Associazione «Trapani Welcome» che ha risposto al bando di selezione pubblica del Comune con un progetto articolato che coniuga gastronomia, identità culturale, tradizione e innovazione. Il Centro diventerà una scuola di cucina siciliana per gli appassionati di enogastronomia, gourmet, turisti e visitatori che potranno apprendere i segreti dell'arte culinaria locale. Nelle intenzioni del Comune il centro sarà rivolto principalmente ai ragazzi con progetti didattici per scuole e associazioni perchè si vuole sensibilizzare le generazioni più giovani alla cultura del territorio e sviluppare una maggiore consapevolezza del mangiar sano. È prevista anche una Conservatoria, un laboratorio di memoria collettiva aperto al contributo di tutti, che raccoglierà e custodirà le ricette tipiche della tradizione trapanese, e non solo, recuperandole dalle fonti più diverse e rendendole disponibili per la consultazione. Verranno organizzati convegni, rassegne enogastronomiche, mini-corsi di degustazione dei prodotti d'eccellenza, incontri dedicati al wine tasting e laboratori di educazione al gusto e analisi sensoriale dell'olio d'oliva.

domenica 12 dicembre 2010

La cucina libica.


foto di Cristiano Cani
E' una cucina mediterranea con influenza turca, berbera, araba, ed italana. In ogni famiglia, il cibo è una questione importante. Prerequisito per un buon pasto è l'olio d'oliva ed il succo di pomodoro. L'antipasto classico è il "Me'chouia" (miscela), purè di pomodori e peperoni alla griglia con aglio e succo di limone, conditi con tonno tritato, i capperi, olive e uova sode. Naturalmente anche in Libia, il piatto nazionale è il couscous. Circa 200 i metodi di preparazione di questa pietanza. Il pesce non è a buon mercato in Libia.La spigola è l'orata sono eccellenti. A Zwara,una città berbera situata sul confine tra Libia e Tunisia, il pesce è favoloso.
La frutta è sempre fresca ed i sapori sono eccezionali. In primavera ci sono le arance, un po 'più tardi si trovano le ciliegie, albicocche, prugne ed angurie. Le migliori uve arrivano sul mercato alla fine di agosto. Fichi e melograni dal sapore delizioso arrivano nel periodo invernale. I datteri sono una vera delizia.
Le bevande libiche sono il tè verde ed il tè alla menta.

sabato 4 dicembre 2010

C'era una volta L'America.


Uno dei problemi che affligge il mondo del vino italiano è sicuramente rappresentato dalla mancanza di coraggio e fantasia. La strategia adottata: avere successo sui mercati esteri, specalmete su quello statunitense. Anche a costo di stravolgere totalmente le tardizione e le peculiarità dell'enologia italiana. Fortuntamente, negli Stati Uniti si sono stancati di quei vini tutti uguali, cercano vini che abbiano struttura e carattere propri della zona di provenienza. Sono alla ricerca del vero Aglianico, Negroamaro, Uva di Troia....in poche parole uno stile ed un carattere pugliese e lucano. Speriamo sia la volta buona che i nostri produttori capiscano.

L'autentica cucina tunisina.


"La veritable cuisine tunisienne" è il primo libro di cucina tunisino. Fu pubblicato nel 1922 da Jacques Vehel. Nel 2003 Yassine Essid ha curato la sua ripubblicazione. La particolarità di questo libro, che poi diventa la sua peculiarutà, è che non vi è distinzione tra cucina musulmana e cucina ebraica. Sono descritti piatti francesi ed italiani. Non vengono prese in considerazione le differenze di religione, di tradizione e di cultura, ma un'intelligente apertura mentale le mescola anticipando la vera essenza della globalizzazione. Ricordiamo che stiamo parlando della Tunisia degli inizi del secolo scorso. Il passato che sembra il futuro.

domenica 28 novembre 2010

"Pane al pane" a Genova.


Dal 4 al 16 dicembre 2010 presso le Sale del Munizioniere del Palazzo Ducale di Genova si apre la rassegna dedicata al rapporto quotidiano con il cibo e rivolta alla scoperta di progetti e anticipazioni sul futuro a tavola.
La manifestazione, organizzata in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e l'Università di Genova, si inserisce tra gli eventi della Biennale del Mediterraneo 2010, un'occasione per riflettere sui percorsi strategici di sviluppo sociale, industriale e culturale che permetteranno al Mediterraneo di crescere e diventare nuovamente una delle aree del mondo più interessanti e ricche di opportunità nello scenario globale.
"Pane al Pane" si sviluppa essenzialmente su tre aspetti fondamentali.
Il "Fai da te", dedicato ai curiosi della cucina, concerne un diverso modo nell'affrontare l'alimentazione, imparando a mangiare correttamente, con un pasto più salutare, gustoso ed economico, affidandosi a nuovi trend culinari ma non tralasciando gli antichi sapori.
L'aspetto "artigianale", invece, si contrappone alle rigide strategie di marketing, che tendono ad omologare il gusto, proponendo modelli di un piccolo e futuro negozio dedicato alle vere necessità del consumatore finale.
L'ultimo aspetto è quello "industriale" che illustra la proposta dell'industria sul mercato: acquisto, consumo, conservazione, trasporto e salute degli alimenti.
Sono previste aree di degustazione, laboratori didattici, scuola di cucina, un salotto del gusto dove i visitatori potranno degustare cibo e vino ed infine un'area shop per poter acquistare prodotti di alta qualità.

Menù a Km Zero.


Giornalisti, amministratori, produttori e, naturalmente, ristoratori, hanno partecipato venerdì scorso all'iniziativa che vede il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano collaborare con la Coldiretti.
Sono stati 27 i ristoranti e le trattorie in gara (4 in provincia di Lucca, 7 in provincia di Massa Carrara, 3 in provincia di Parma e 13 in provincia di Reggio Emilia) che da inizio ottobre a metà novembre hanno presentato ai loro commensali i menu a chilometro zero che, oltre a garantire qualità e freschezza nel rispetto dell'ambiente, e a contribuire alla riduzione dell'inquinamento causato dai trasporti, rappresentano una importante occasione per creare flussi turistici destagionalizzati, strettamente legati alle eccellenze del territorio. I vincitori sono stati scelti attraverso una votazione „popolare‟ via internet. I voti sono stai 3.051, quasi mille più di quelli dello scorso anno.
Vincitore del concorso è stata l‟Osteria Boccondivino di Licciana Nardi (Massa Carrara), al secondo posto il Ristorante La Montanara di Miscoso a Ramiseto (Reggio Emilia), e al terzo posto la Locanda il Castagno di Ponteccio a Giuncugnano (Lucca). Una menzione speciale è stata attribuita al Rifugio Lagdei di Corniglio (Parma) per aver ottenuto la media/voto più alta.
Il primo classificato, Paolo Rigamonti del Bocccondivino non ha tradito la fama di 'creativo' e ha fatto sì riferimento, come da regolamento, a prodotti, strumenti e metodi del territorio e della tradizione, ma senza rinunciare alla rivisitazione stimolata dalla propria fantasia e all'ispirazione tratta da esperienze di altre culture. Così è stato per l'ottimo "Testo caldo di pollo e faraona", un secondo creato con animali di un allevatore del luogo e con l'uso di un recipiente – il 'testo' appunto - dalla secolare tradizione ma dall'impiego solito per primi piatti (i classici testaroli della lunigiana, i panigacci, le focacce, le tigelle modenesi) e comunque per impasti farinacei. Il nostro chef ha tratto l'idea di una preparazione in umido – alla cacciatora - dal Marocco, dove su una piastra simile al 'testo' ha visto porre un coperchio conico e cucinare brasati.
Così è nato anche il dolce 'Premio Lunezia': due ottimi e localissimi ingredienti di base – una ricotta di fattorie vicine a cui si aggiungono un po' di noci e di farro e la 'Marocca di Casola', la pagnotta con farina di castagne tutelata da un presidio Slow Food – trattati a formare un delizioso zuccotto in grado anch'esso di richiamare, nell'aspetto e nelle sensazioni, il prodotto di una tradizione toscana che risale ai Medici. E la dice lunga anche la scelta dell'intitolazione del dessert al Premio Lunezia così da legare il concorso 'Menu a km 0', la gastronomia e l'enologia. Infatti il premio, che da alcuni lustri richiama in Lunigiana tanta parte della cultura musicale italiana, ha ispirato la nascita di un vino molto apprezzato.

La “Bottega del gusto mediterraneo”.


L’Associazione Rotte Mediterranee, impegnata da anni nella promozione del territorio, ha inaugurato ieri, in via Stefano Passero, 75 a Vallo della Lucania, la “Bottega del gusto mediterraneo”, un centro di promozione dello “stile mediterraneo” con particolare attenzione all’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Una promozione delle lavorazioni artigianali, agroalimentari ed artistiche di qualità.
L'Associazione ha stabilito rapporti di collaborazione con le regioni che, per cultura e tradizione, hanno le stesse affinità. In quest’ottica nasce il gemellaggio dell’Associazione Rotte Mediterranee con le “Tenute Al Bano Carrisi” in Puglia.

sabato 20 novembre 2010

domenica 14 novembre 2010

Roberto Gelato: un gelato non convenzionale.


Se sei a Utrecht in Olanda non puoi perderti una delle piu' buone gelaterie italiane, dove non solo viene fatto il gelato secondo la nostra tradizione, ma le combinazioni sono spettacolari. Spesso trovi crema all' aringa variegato alla cipolla, gelato alla cannabis biologica, cioccolato al tabacco e altre fantasiose e non convenzionai specialità. Roberto, il proprietario, disponibilissimo e molto gentile, con l'aiuto di personale disponibilissimo, ti fanno assaggiare quello che vuoi e poi alla fine scegli il gelato che credi.

sabato 6 novembre 2010

Inaugurata la Fiera 'Mediterranea Food & Beverage'.


Si è inaugurta oggi Catanzaro la ''I Fiera Mediterranea del Food & Beverage'. Un evento che ha calamitato l'attenzione di molte aziende del settore enogastronomico calabrese, interessate a essere presenti tra i 250 stand che animeranno la Fiera fino al 14 novembre. Sono attesi i più grandi importatori internazionali di prodotti italiani dalla California, dall'Inghilterra, dalla Germania, dalla Danimarca, dalla Russia, soltanto per citare alcuni paesi di provenienza. Ma a muoversi fra i 5000 metri quadrati della struttura fieristica, ci saranno anche i manager dei più importanti marchi della grande distribuzione. Tra questi Auchan, Pam, Sidis, Sisa, Sma, Unes, Tuo, Carrefour. Infine, è previsto l'incontro che gli espositori avranno con i responsabili di hotel, ristoranti, aziende di catering e banqueting. Sono tante le manifestazioni collaterali organizzate come i convegni sulla dieta mediterranea e l'attività fisica che si terranno proprio nel pomeriggio della giornata inaugurale. Altre sono delle degustazioni, come quelli dedicate al vino, all'olio, al pane, ai dolci e ai gelati. Altre ancora prevedono dei corsi di cucina tenuti da famosi chef. Il tutto mentre i ragazzi degli istituti alberghieri calabresi si confronteranno in un concorso gastronomico che si preannuncia davvero entusiasmante. Il programma completo delle iniziative si può consultare sul sito della Fiera all'indirizzo www.mediterraneafeb.com.

sabato 9 ottobre 2010

Pesce in umido della Baia di Kotor in Montenegro.


Il migliore pesce in umido si può gustare nella Baia di Kotor, anche se, contrariamente alle regole per preparare questa pietanza, viene fatto con un solo tipo di pesce: lo spratto, l’acciuga oppure altro pesce azzurro di piccole dimensioni. Questo piatto fu inventato a Muo, un villaggio di pescatori nella Baia di Kotor: i pesci grandi si vendevano facilmente al mercato così i pescatori tenevano per sé i pesci più piccoli. Fu così che lo spratto divenne l’ingrediente essenziale del pesce in umido della Baia di Kotor.
Ingredienti: 1 - 1,5 kg di spratti o acciughe pulite, 0,5 - 1 kg di cipolle, brodo di pesce, olio d’oliva, vino bianco, sedano, prezzemolo, aglio, sale, pepe, aromi vari.
Tagliare le cipolle e metterle in un tegame leggermente riscaldato con 1 dl di olio d’oliva. Aggiungere sedano e prezzemolo, gli aromi, il peperoncino rosso e l’aglio. Aggiungere il pesce. Versare le cipolle, il sedano e tutto il resto sul pesce. Versare il vino bianco o il brodo di pesce, aggiungere altro olio in modo che il tegame sia quasi pieno. Lasciare bollire e poi cuocere a fuoco lento per almeno 2 ore. Più lunga la cottura, migliore il risultato!

mercoledì 6 ottobre 2010

La Baklava turca.


Tra i dolci turchi èil più famoso.La sua popolarità risale al tempo del sultano Mehmet (15 ° secolo) dell'Impero Ottomano. Questa squisita pasta aromatizzata è stata fatta in Anatolia per lunghi secoli, ed il suo antenato potrebbe essere un piatto degli Assiri. Composta di frutta secca tra due strati di pasta e cotta in forno. La prima testimonianza di baklava, come lo conosciamo oggi, arriva da Damasco. Durante il 17 ° secolo si era diffusa la fama ad Istanbul, dove i cuochi di palazzo ne fecero un regalo speciale per i giannizzeri. I giannizzeri portarono i vassoi di baklava fuori del palazzo in quella che era conosciuta come la Processione Baklava.
Nel primo libro stampato di cucina turca, Melceü't-Tabbahin (Rifugio dei cuochi), il suo autore Mehmet Kamil dà cinque ricette per baklava: baklava ordinaria, baklava con panna, baklava decorativo con panna, baklava con melone, riso e baklava . Baklava si è diffusa in circa un quinto dei paesi del mondo. E 'sorprendente, per esempio, scoprire che baklava è popolare in Texas. Sorprendente è la sua diffusione in tutta la penisola arabica, Africa del Nord, le repubbliche turche dell'Asia Centrale, Grecia, Albania, Macedonia, India, Afghanistan e l'Armenia. Tuttavia, vi è una differenza importante tra il baklava fatto in tutti questi paesi e quello della Turchia, ed è lo spessore degli strati di pasta.
La baklava se ben fatta dovrebbe sciogliersi in bocca, e non deve essere eccessivamente dolce e sciropposa. Se ti viene il bruciore di stomaco cambia il fornitore, perché significa che non ha usato materie prime di altissima qualità.

mercoledì 22 settembre 2010

QUALE OLIO PER FRIGGERE? LA SCIENZA IN CUCINA


E’ meglio friggere in olio extravergine di oliva o utilizzare quelli di semi. E tra i semi qual è il migliore? Ma la frittura fa male? Qual è l’alimento che si frigge in maggior quantità in Italia? Tante domande e spesso molta confusione. La frittura è sempre al centro del dibattito su alimentazione e benessere. A questi interrogativi risponderanno due dei maggiori esperti italiani nel corso del primo convegno nazionale sulla frittura in programma a Bologna giovedì 23 settembre in occasione dell'evento PATATA in BO, settimana di iniziative per la valorizzazione della patata italiana e dei modi per cucinarla.
Il convegno promosso in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze degli alimenti delle Università di Bologna e di Napoi “Federico II” e realizzato con il contributo degli Oleifici Mataluni con il marchio Olio Dante, è in programma alle 10.30 presso l'Aula A3 della Facoltà di Agraria (in Viale Fanin n. 44).
“È opinione diffusa che i cibi fritti facciano male alla salute – afferma Elena De Marco, responsabile Ricerca e sviluppo di Oleifici Mataluni - Recentemente, la verifica che il processo di frittura determina una minore alterazione delle proprietà nutrizionali dell’alimento rispetto ad altre tecniche di cottura, insieme al progresso nelle metodiche per il controllo del processo di frittura, stanno modificando radicalmente tale opinione”.
All’introduzione di Gianluigi Veronesi, ideatore e direttore dell’evento Patata in Bo, prevede l’intervento introduttivo del prof. Giovanni Lercker, ordinario di Scienze e tecnologie alimentari, Università di Bologna, su
"Il processo di frittura e la qualità dei cibi fritti". A lui seguiranno quelli del prof. Raffaele Sacchi, Dipartimento di Scienze degli alimenti, Università Federico II di Napoli su "Frittura in Extravergine? L'Alimento Fritto come...Traditional Functional Food", della dott.ssa Elena De Marco, responsabile Ricerca e Sviluppo Oleifici Mataluni (Olio Dante) su "Formulazione e controllo di oli per frittura destinati alla ristorazione collettiva e al consumo domestico. Esperienze di ricerca industriale", Andrea Galli di ASSOPA e Carlo Mazzanti, direttore APPE che presenteranno “Dati produttivi sulla patata da industria italiana” e Fabio Tacchella,Team manager della Nazionale Italiana Cuochi che parlerà de “L'olio per le fritture nel comparto della ristorazione professionale quotidiana”.
In Italia si consumano ogni anno circa 226 milioni di litri di olio di semi, di cui circa 45 milioni sono rappresentati da prodotti formulati specificamente per frittura. Mentre il consumo di olio di semi in generale è in calo (del 4,1% nell’ultimo anno in Italia), il consumo degli oli specializzati per friggere è in aumento (del 4,7% nell’ultimo anno in Italia), a testimonianza dell’importanza di questa tecnica di cottura nella gastronomia italiana e del ruolo fondamentale dell’olio ai fini dell’ottenimento di una frittura di qualità.L’alimento più strettamente associato alla frittura è la patata, che può essere utilizzata per diversi tipi di frittura, dalle cosiddette “French fries” (conosciute con questo nome in Nord America dopo la prima guerra mondiale, al ritorno dei soldati dal fronte francese) alle patatine fritte sottili e croccanti note con il nome di crisps (o chips nella denominazione americana).
“La collaborazione tra il mondo della ricerca, l’industria alimentare e gli operatori della ristorazione è fondamentale – sostiene il prof. Sacchi, della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, tra i maggiori esperti della materia - perché, attraverso la selezione delle materie prime e il controllo dei processi, una frittura di elevata qualità non solo organolettica, ma anche nutrizionale, arrivi sulle tavole dei consumatori”.

domenica 18 luglio 2010

Slow Food nei Balcani.


Dal millenario bue istriano al tipico "formaggio nel sacco" bosniaco, dal miele kosovaro alle prugne pozegaca serbe, senza dimenticare l'olio d'oliva di Elbasan in Albania: saranno i migliori prodotti della regione ad andare in scena nella prima edizione di Terra Madre Balcani, evento promosso grazie alla rete di comunità del cibo sparse sul territorio, che si sta tenendo nella capitale bulgara Sofia fino a domenica.
Oltre 160 i delegati per una "quattro giorni" intensa, fatta di conferenze, incontri, rassegne e workshop sui temi della conservazione della biodiversità, produzione alimentare e sviluppo del turismo rurale sostenibile, tutela e promozione dell'enogastronomia regionale, con un occhio di riguardo per i consumatori, da sensibilizzare maggiormente sulle potenzialità dei territori. A sei anni dal primo incontro mondiale a Torino, e a qualche mese dall'evento in Brasile che ha richiamato oltre 600 delegati, è la volta dei Balcani.
Grazie alla vasta rete sul territorio balcanico - un network che conta oltre 500 soci, 9 presidi Slow Food, 47 comunità del cibo, 8 programmi di educazione alimentare e 20 cuochi, insieme ad una ventina di progetti nell'area - gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere nell'evento di Sofia un gran numero di delegati da 10 Paesi dell'area (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia, Romania, Serbia e Turchia). Paesi con un passato terribile alle spalle, ancora percorsi da tensioni mai sopite.
Ma la filosofia Slow Food che anima il network è chiara, con una concezione dei territori che "va al di là dei confini": questo è il senso di "mettere insieme Paesi con specificità comuni, con opportunità comuni e anche ostacoli comuni da risolvere, riunire i produttori per cercare di risolvere i problemi".

sabato 10 luglio 2010

A Vieste "La Fiera del gusto".


La Fiera del Gusto e del Turismo Enogastronomico di Vieste è in pieno svolgimento. La manifestazione anche quest’anno si è presentata innovativa e grintosa, un piano marketing determinato che diventa da subito anche convincente e coinvolgente, in quanto considera tutte le possibili occasioni utili per il Territorio, per gli Espositori e per i Visitatori.
In breve, un vero e proprio piano Marketing integrato all’altezza dei tempi che viviamo, dove la proposta, non può essere banale.
La Manifestazione, si pregia dei Patrocini e della compartecipazione dei Seguenti Enti:
+ Comune di Vieste - Assessorato al Turismo,
+ Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del
Turismo,
+ Ministero delle Politiche Agricole e Forestali,
+ Provincia di Foggia – Assessorato all’Agricoltura ed al Turismo,
+ Regione Puglia - Assessorato al Turismo ed all’Agricoltura,
+ Università degli Studi di Foggia,
+ Camera di Commercio di Foggia,
+ Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Foggia
+ Coldiretti Provinciale di Foggia
Il periodo della manifestazione è stato anticipato, rispetto alle scorse edizioni, per meglio contribuire alla destagionalizzazione e cogliere l’opportunità di coinvolgere i Turisti presenti a Vieste nella settimana: dal 06 al 10/07/2010.
Il tema della manifestazione, sarà: L’OLIO, come elemento di promozione della cucina tipica e contestualmente del ns Territorio.
La Manifestazione ha proposto ai visitatori l'intera filiera: Territorio, Gusto, Strutture Turistiche, Tecnologie, Arredamenti , Artigianato e life Style.
Il programma orario della Manifestazione è:
Tutti i giorni dalle 17,00 alle ore 23,00 dal 06 al 10 Luglio 2010.

domenica 20 giugno 2010

Cap de Barbaria è un vino mediterraneo.


Spostiamoci in Spagna, nella estremo sud della piccola isola di Formentera, una striscia di terra dominata da un bellissimo faro raggiungibile solo con una minuscola stradina asfaltata.
In questa zona selvaggia si nasconde il Petit Hotel Agroturisme, l’ultima casa prima del faro, un buen retiro esclusivo di sole sei camere, ristorante con un occhio alla Francia, dove si servono i vini prodotti nella tenuta.
Uno di questi, un rosso, un blend composto da due varietà d’uva locali, la Monastrell e la Fogoneu, e due varietà internazionali come il Cabernet Sauvignon e Merlot. Le prime due fanno parte di un vecchio vigneto di quaranta anni franco piede mentre i vitigni internazionali compongono un vigneto del 1999 di un ettaro e mezzo ad alta densità (5.500 piante/ha).
L’uva, dopo essere stata raccolta manualmente, viene diraspata e subito fatta fermentare in acciaio a temperatura controllata. Una volta terminato il processo, e questa è una particolarità, il vino viene lasciato ancora a contatto con le bucce per un periodo che può arrivare anche ad un mese, durante il qualche si susseguono continui rimontaggi. Una volta svinato il vino subisce la malolattica e il successivo affinamento in barrique fino a quando Xavier Figuerola, l’enologo, non decide di fare l’assemblaggio finale e il successivo passaggio in bottiglia.
Cap de Barbaria è un vino mediterraneo, marino, a tratti esotico, senza eccessi di legno e di alcol, sa di vento di mare, ci ritrovi il mirto, il corbezzolo, l’alloro, la frutta nera di rovo, i fiori seccati da sole. In bocca è di grande equilibrio, elegante, ampio e di grandissima sapidità. Alla cieca non potresti mai dire che non è un vino del mare. Ottomila bottiglie prodotte. Un piccolo capolavoro delle Isole Baleari.

sabato 19 giugno 2010

La UE impone il suo menù.


foto di "Eric Clapton"
Dal vino senza uva al formaggio senza latte fino all’entrata in vigore del regolamento mediterraneo che colpisce telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale. Sono alcune delle recenti prese di posizione dell’Unione europea che stanno cambiando in peggio le prelibatezze alimentari degli italiani.
E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti in occasione dell’allarme lanciato dal vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, sul fatto che il primo 'si' del Parlamento europeo all'introduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale potrebbe ''mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari''.

domenica 13 giugno 2010

Nasce il primo Centro dedicato alle tradizioni culinarie dei paesi del Mediterraneo.


Un luogo unico, l’ex convento dei frati cappuccini di Ragusa Ibla, miracolosamente sopravvissuto al terremoto del 1693, viene dedicato al primo centro di valorizzazione della cultura enogastronomica del Mediterraneo. Un progetto che nasce dalla sinergia di una partnership d'eccezione: la Fondazione San Giovanni Battista, proprietaria del bene, è infatti accompagnata per lo sviluppo del progetto dalla Fondazione Rosselli, da Slow Food Sicilia e Alma-La scuola internazionale di cucina italiana, dal Comune e dalla Provincia di ragusa, dalla Regione Sicilia, dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa e dal Consorzio La città solidale.
Il centro nasce dalla volontà di ricercare, studiare e tramandare le tradizioni culinarie siciliane in relazione con quelle degli altri paesi del Mediterraneo, in nome di un’identità alimentare e culturale comune capace di costruire un futuro responsabile e condiviso. Per questo il Centro offre percorsi di studio e approfondimento per appassionati, turisti e studenti, e corsi professionali di altissimo livello per giovani che vogliono diventare cuochi e pasticceri, mestiere molto ambito e di sicuro successo. Il Centro è inoltre un luogo di scambio e di incontro tra residenti, turisti, cittadini del Mediterraneo e del mondo, che vogliano approfondire tematiche enogastronomiche, anche approfittando della particolarità del luogo, che ospita un ristorante e un albergo, avvolti nell’atmosfera dell’antica confraternita. Il Centro dispone anche di una sala conferenze della capienza di circa cento persone, dove vengono organizzati incontri, seminari, presentazioni di libri e prodotti, legati alla missione del Centro.

domenica 6 giugno 2010

I risultati di Coffee Experience 2010.


foto di Luca Careddu
Coffee Experience 2010 ha emesso i verdetti, forte degli oltre 8.000 assaggi svolti a Verona dall’8 al 12 aprile nell’ambito di Agrifood Club, il salone ospitato all’interno di Vinitaly. Sono stati passati al vaglio 35 caffè italiani, nell'ambito dell'evento organizzato dal Centro Studi Assaggiatori.
Sono cresciuti i consumatori che affermano di guardare l’insegna dei bar e che cercano una marca conosciuta (3% nel 2009, 4,6% nel 2010).
Dalla ricerca emerge che sono in aumento le persone che consumano il caffè senza zuccherarlo (30% nel 2009, 32,4% nel 2010), ma anche quelle che lo desiderano macchiato (16,6% nel 2009, 18% nel 2010).
Il Centro Studi Assaggiatori è l’unità di ricerca sull’analisi sensoriale nel nostro paese, ogni anno compie migliaia di test sui consumatori per verificare la qualità percepita di prodotti e servizi. Collabora con università italiane e straniere.

sabato 29 maggio 2010

Ritorna ExpoMurgia.


foto di Rita Valle da flickr
Dall'1 al 6 giugno ad Altamura, presso il campo sportivo "Cagnazzi", la Confesercenti organizza la settima edizione di "ExpoMurgia", qualificata vetrina dell'economia della Murgia dedicata alle eccellenze alimentari e artigianali del territorio.
Oltre 5.000 mq dedicati esclusivamente a prodotti di qualità, legati alle tradizioni più antiche e a quelli innovativi, permettono a più di 100 espositori di presentare, raccontare e vendere direttamente le proprie produzioni ad un pubblico superiore ai 20.000 visitatori.
L'evento è patrocinato dalle Città di Altamura e di Matera, dalla Regione Puglia, da Provincia di Bari, Camera di Commercio, Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Camera di Commercio Italo Orientale, del Gal Terre di Murgia e dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Saranno presentati i prodotti del territorio ad un vasto pubblico attratto da produzioni innovative, servizi avanzati, specialità enogastronomiche, che spaziano dall’ingegno manifatturiero alle tradizioni della cucina mediterranea fino ai classici della cucina locale. Perciò la manifestazione è l’occasione propizia per poter verificare la maestria artigiana e commerciale e deliziare il palato di enogastronauti e appassionati con eccellenze gastronomiche.

venerdì 28 maggio 2010

IMC certifica le produzioni di qualità in Marocco.


Foto di gicol su flickr
L'Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia (AN) aggiunge un altro tassello al progetto di certificazione e valorizzazione delle produzioni alimentari mediterranee di qualità. Il 26 Maggio si è costituita ad Agadir, in Marocco, la società di diritto locale denominata IMC Maroc che supporterà lo sviluppo delle certificazioni di qualità IMC.
I servizi di certificazioni offerti da IMC in Marocco saranno rivolti alle imprese che operano nel settore agricolo, agro-alimentare, della ristorazione e del turismo. Particolare attenzione sarà data alla offerta di servizi di certificazione che consentono la valorizzazione delle produzioni di qualità certificate attraverso il mercato locale oltre che delle esportazioni. Le certificazioni offerte da IMC alle imprese marocchine sono quelle dell'agricoltura biologica (CE, JAS,NOP, IFOAM), la certificazione Global-GAP, le certificazioni volontarie ISO (9001, 14001, 22000, 22005), la certificazione HACCP per le aziende agro-alimentari e per la ristorazione di albergo. Inoltre, considerata la vocazione turistica del Paese, la certificazione per la ristorazione di qualità "Conosci il tuo pasto" che sarà concessa ai ristoranti tradizionali che valorizzano la filiera agricoltura/ristorazione attraverso l'utilizzo di prodotti locali, biologici e di qualità del territorio.
Intanto, IMC ha attivato l'iter di certificazione per alcune produzioni marocchine orticole e frutticole, piante aromatiche e per alcune produzioni di qualità che rientrano nel regime delle Indicazioni Geografiche Protette recentemente istituito in Marocco come l'Argan della regione di Agadir e essaouira (utilizzato sia come alimento che nella cosmesi) e lo zafferano di Taliouine.
Per informazioni sulle attività e sui servizi IMC il Responsabile operativo dei servizi di certificazione IMC in Marocco è il Dott. Badr El Fartass (e-mail: b.elfartass@imcert.it tel. 00212661797673).

venerdì 21 maggio 2010

Conosci il tuo pasto, conosci te stesso.


L’Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia (AN) e le aziende biologiche certificate “portano a teatro” i prodotti di qualità dell’agricoltura e della cultura gastronomica partenopea, campana e mediterranea.
L’edizione 2010 del Napoli Teatro Festival Italia che si svolgerà a Napoli dal 4 al 27 di Giugno offrirà ai partecipanti e visitatori uno straordinario calendario di eventi teatrali accompagnati dalla possibilità di degustare prodotti biologici e prodotti di qualità del territorio nel corso dei numerosi momenti gastronomici che accompagneranno tutto il corso della manifestazione.
I pasti offerti saranno certificati secondo i criteri “Conosci il tuo Pasto” il disciplinare per la ristorazione di qualità progettato e certificato dall’Istituto Mediterraneo di Certificazione.
La ristorazione che offre i prodotti del territorio è anche una rappresentazione dello stesso, un teatro delle qualità gastronomiche locali che vive nella città e il progetto “Conosci il tuo pasto” è ovviamente in piena sintonia con la scelta del Napoli Teatro festival di valorizzare le produzioni biologiche e di qualità del territorio campano.
Una scelta che paga già in prossimità di apertura dell’edizione 2010 del Festival con i primi ristoranti campani che avviano l’iter di certificazione con il “galletto” e che hanno già messo nel programma delle proprie forniture l’acquisto dei prodotti dell’agricoltura locale biologica e di qualità:
Ristorante Marina Grande, Amalfi (SA)
Ristorante Agriturismo Mustilli, Sant’Agata dei Goti (BN)
Ristorante La Stanza del Gusto, Napoli
Pizzeria Sorbillo, Napoli
I prodotti biologici che potranno essere degustati a Napoli nel corso delle manifestazioni teatrale sono offerti dalle seguenti aziende:
Azienda Agricola Pontereale di Ciorlano (CE) , Azienda Agricola La Ginestra di Vico Equense (NA), Masseria Frangiosa di Torrepalazzo in Torrecuso BN; Franco Russo di Albanella (SA); Castagna di Montella (AV), Oleificio dell’Orto Oliveto Citra (SA), Cin Cin srl di Sergio Spinello di Grottolella (AV), Az. Vitivinicola Mustilli di Sant’Agata dei Goti (BN) , Azienda Gerardo De Luca di Portici (NA), Agriturismo Barone Negri di Fisciano (SA), Daspes srl di Casoria (NA), Uova Marpol di Casoria (NA), Bioitalia di Pollena Trocchia (NA), Cantine Iacovella Salvatore di Ponte (BN), Cantine Iannella di Torrecuso (BN), Fattoria Ciabrelli di Castelvenere (BN).

sabato 15 maggio 2010

Croazia: la Dalmazia.


Le origini risalenti all’eta protoslava sono piu evidenti nella cucina continentale, cosi come sono evidenti i contatti con le famose scuole gastronomiche dei paesi confinanti, come quell’ungherese, quella viennese e quella turca.
L’area litoranea, invece, e caratterizzata dall’influenza greca, latina ed illirica e, piu tardi, da due delle piu influenti scuole gastronomiche del Mediterraneo, quella italiana e quella francese. Essa vanta un gran numero di specialita di mare (calamari, seppie, polpi, scampi, aragoste…) preparate in mille modi, oli d’oliva, prosciutto crudo, ortaggi vari ed i noti vini della Dalmazia come il Babić, la Malvasia, il Prosecco e la Vrbnička žlahtina e liquori co me il notissimo Maraschino.
La Slavonia ha le potenzialità per produrre grandi quantità d’eccellente vino, soprattutto bianco. È difficile dire quale, tra le regioni vinicole della Slavonia, sia quella migliore e più invitante: quelle del Sirmio e della Barania, nel bacino danubiano, quella di Đakovo, nella Slavonia orientale, oppure la regione vinicola di Kutjevo, nella Slavonia centrale.
L’epicentro dello sviluppo della produzione vinicola della Slavonia è localizzato attorno alla città di Kutjevo; basti pensare a produttori quali Enjingi, Kauthaker e l’azienda vinicola PPK Kutjevo, i più importanti vinificatori regionali, laddove Enjingi e, soprattutto, Kauthaker sono continuamente impegnati in un lavoro di sperimentazione con vitigni sempre nuovi. Col passare del tempo, questo loro lavoro ha allontanato dalla Slavonia l’immagine di sei-sette anni fa che la caratterizzava come una regione monovitigno con una produzione tutta basata sulla Graševina.
In Dalmazia, a Zara, non vi perdete un bicchierino del famoso Maraschino, il liquore da dessert dell'amarena autoctona Maraška. Segue il formaggio di Pag, il formaggio croato più pregiato ottenuto da minuscole capre che sull'isola di Pag pascolano le aromatiche piante mediterranee. Come primo piatto scegliete il brodetto in mille versioni di alcuni tipi di pesce mescolato con granchi e a volte anche con crostacei, oppure il pesce alla griglia insaporito con il sale di Pag e di Nin. Da non dimenticare il “Ninski šokol“, cotoletta di maiale essicata preparata in maniera particolare da accompagnare con il vino rosso di Benkovac.

sabato 8 maggio 2010

Comunicare l'olio extra vergine d'oliva. Repetita iuvant.


L’Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio ha tenuto, lo scorso aprile a Spoleto, la sua assemblea annuale.
Ogni anno, nel corso dell’assemblea, si svolge la lectio magistralis, che quest’anno è stata affidata all’accademico Luigi Caricato, direttore di Teatro Naturale. Il tema è stato: la comunicazione. Il quadro tracciato da Caricato è apparso piuttosto preoccupante. Non ha usato mezzi termini nel sollecitare tutto il mondo produttivo ad una svolta.
I mezzi di comunicazione, oggi a disposizione, nonostante siano tanti, non sono sufficienti se non vi è una giusta convinzione. Ci vogliono figure professionali adeguate ed idee vincenti. Pregiuduzi di tipo culturale sono dannosi.
Secondo Caricato, si comunica male o peggio ancora non si comunica.
Il vero problema è la mancanza di un progetto di comunicazione causato dal colpevole disinteresse dell'intero settore convinto che sia sufficiente trasmettere all’esterno qualcosa di sé e del proprio mondo. Sbagliato: “è necessario soprattutto saper leggere ed interpretare le istanze e le esigenze della società, in modo da
rispondere sollecitamente a tali attese. Nessuno si preoccupa di far questo” afferma Caricato. Non si può continuare ad investire tanto danaro se poi non si progetta nulla.
Per incidere è necessario cambiare il linguaggio, modificare i contenuti, individuare lo stile della comunicazione senza rinunciare alla tradizione.
Il professor Montedoro, non si tira certo indietro. Anzi, da’ notizia dell’attivazione di un apposito network di comunicazione, informazione e divulgazione on-line di tutti gli aspetti inerenti la filiera olivo-olio e argomenti correlati. Insomma non si può restare immobili in una società in cui la comunicazione è vitale.
Credo siano passati un pò di anni da quando questa discussione è stata fatta la prima volta. Da allora nulla è cambiato.
Repetita iuvant.

mercoledì 5 maggio 2010

Il pesce fermentato. Ora offensivo, ma una volta privilegio dei golosi.


Il condizionamento culturale influenza le nostre scelte alimentari. La definizione del gusto fa parte dell’eredità culturale di una società. Alcuni gusti sono scomparsi (o stanno scomparendo). In tutto l’impero Romano si usava il Garum come salsa per condire ogni tipo di vivanda. Secondo Plinio, il garum era costituito “dalle viscere ed altre parti del pesce che erano generalmente buttate via. Le si mescolava con sale e lasciava fermentare fino alla formazione di un liquido di putrefazione.

Al via VI edizione concorso FOOD 4U.


Nell’ambito della 6ª edizione della campagna di sensibilizzazione sull’importanza di una sana e corretta alimentazione FOOD 4U, rivolta agli studenti e ai docenti delle scuole superiori di 16 Paesi europei, promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali italiano, è indetto, per l’anno scolastico 2009 - 2010, un concorso per la realizzazione di uno spot video. Lo spot video ad uso televisivo deve prendere spunto da uno dei seguenti argomenti:
-la sensibilizzazione nei confronti di una scelta consapevole dei cibi, dei rischi e delle conseguenze negative che un’alimentazione non equilibrata può provocare nei giovani;
-lo scambio di informazioni tra coetanei sulle abitudini alimentari
dei giovani;
- l’importanza di una dieta varia ed equilibrata;
- l’importanza di una sana e corretta alimentazione;
- la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli, o di altri prodotti individuati, come base di una sana ed equilibrata dieta alimentare.
Il backstage, della durata massima di 3 minuti, avrà la funzione di documentare le motivazioni, le scelte, le diverse fasi e tecniche di lavoro seguite dal gruppo di studenti ed insegnanti e la loro diretta partecipazione all’ideazione e produzione dello spot. Durata del video - Spot: da un minimo di 30 ad un massimo di 45 secondi (esclusi eventuali titoli); Backstage: massimo 3 minuti. Gli studenti e gli insegnanti dei gruppi scolastici autori dei video selezionati (massimo 10 studenti e 2 insegnanti per gruppo) saranno invitati a partecipare ad un soggiorno premio che sarà organizzato in Italia, presso una località in corso di definizione, nel periodo compreso tra settembre e ottobre 2010.
Scadenza: 28 Maggio 2010.

venerdì 30 aprile 2010

Agricoltura biologica e sviluppo locale: IMC incontra il Ministro dell’agricoltura libanese.


Il Libano è un Paese mediterraneo che può trarre i massimi benefici dallo sviluppo dei prodotti dell’agricoltura biologica.
Il Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia è stato ricevuto dal Ministro dell’agricoltura libanese Hussein Al Hajj-Hassan, insieme al direttore IMC accreditata a Beirut (leader in Libano nella certificazione dell’agricoltura biologica) e alla segreteria organizzativa del consorzio RIFOSAL (Consorzio per la ricerca e la formazione sulla Sicurezza Alimentare).
L’incontro ha avuto come oggetto l’illustrazione del progetto “Conosci il tuo pasto” per la certificazione della filiera agricoltura/ristorazione/turismo avviato proprio dall’ Italia e Libano, paesi nei quali vi sono i primi ristoranti che hanno ottenuto la certificazione con il Galletto, simbolo della ristorazione che guarda all’agricoltura locale di qualità.
E non a caso, cucina italiana e cucina libanese rappresentano due scuole centrali di un modello mediterraneo che riscuote successo e attenzione anche fuori dai rispettivi confini nazionali.
Il supporto all’agricoltura biologica ed allo sviluppo dei prodotti biologici sul mercato locale sarà uno degli impegni dei prossimi anni del Ministero dell’agricoltura Libanese.
Dopo l’incontro, il Presidente IMC, alla presenza di giornalisti e delle principali emittenti televisive nazionali, ha consegnato alle due giovani imprenditrici Sabine Kassouf e Layan Makarem il certificato di conformità al primo organic shop in Libano. Infine, in serata, in occasione di un incontro conviviale tra produttori biologici e ristoratori libanesi, organizzata dal ristorante Delanature e da IMC Liban, è stato consegnato il certificato "Conosci il tuo pasto" a Mrs. Ghina Kaii , proprietaria del ristorante che ha recentemente ottenuto la certificazione. Nel corso della serata alcune aziende libanesi hanno presentato i loro prodotti biologici già entrati nella ristorazione libanese tra i quali i vini dei Monasteri di Adyar, l’olio extra vergine d’oliva dell’azienda Sidonia, le salse e le conserve di Adonis Valley, gli ortaggi freschi della Cooperativa Biocoop Lubnan e le mele e kiwi dell’ azienda Khalifeh Organic farm.

venerdì 23 aprile 2010

Mangiare meridiano.


A cura di Vito Teti
Pagine 360, ill. a colori e bianco e nero, Euro 12,00 - ISBN 88 8324 079 0
Mangiare meridiano. Le culture alimentari di Calabria e Basilicata appare nel 1996 come libro strenna della Carical, Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania. Nonostante si trattasse di una edizione fuori commercio, il volume ha conosciuto una notevole diffusione e risulta ormai introvabile. Per questa ragione, e non solo, si è deciso di riproporlo in una nuova edizione, riveduta e arricchita dallo stesso Vito Teti.
«Un'idea di fondo del libro è quella di ripensare la storicità, la dinamicità, l'articolazione, i mille volti, i contrasti, le somiglianze e le diversità di quelle che vengono defmite "alimentazioni tradizionali" del Mediterraneo, proprio a partire dalle vicende di due regioni considerate emblematiche di tale universo.
Vengono, in particolare, presi in considerazione alcuni tratti delle culture alimentari delle popolazioni calabresi, lucane, meridionali, che presentano somiglianze con quelle di altre aree del Mediterraneo: la socializzazione legata al cibo, la convivialità, la pratica del dono alimentare, il fare e il dare da mangiare, la ritualità legata alla produzione, alla preparazione, al consumo dei cibi. Questi tratti caratterizzanti, ma non esclusivi della tradizione alimentare meridionale, trovano una loro ragione nella storia, nelle condizioni materiali, nella cultura delle popolazioni».
Questo nuovo volume, che propone saggi di autori da tempo impegnati ad indagare e a "raccontare" (con una pluralità di linguaggi) le culture alimentari e non solo del Mediterraneo, appare oggi in un periodo di rinnovato interesse per il Mezzogiorno d'Italia, tema culturale che incontra esiti talvolta felici, talvolta controversi.

martedì 20 aprile 2010

Nella vecchia trattoria.


di Cesare Spreafico
Mio nonno raccontava che un tempo sulla piazza del mercato di Erba, ridente paese nel cuore della Brianza, si affacciavano ben sette tra osterie e trattorie. Come nel resto della Brianza, alcune hanno tentato di resistere ad essere sostituite con asettici ristoranti che di trattoria o osteria conservano solo il nome; l’ultima, la gloriosa trattoria Cavenaghi, ha chiuso i battenti circa un decennio fa, portandosi con se l’ultimo baluardo di cucina tradizionale brianzola ad Erba. A Mariano Comense, cuore della Brianza dei legnamèe, resiste invece ancora il ristorante Longoni, al centro della Piazza Roma che poi tanto piazza non sembra essendo il vialone che attraversa Mariano e la taglia a metà.
La trattoria, aperta solo il mezzogiorno, è gestita da tre fratelli, in sala si incontrano Carluccio, che è anche il sacrestano della parrocchia di San Rocco, e Luigino, dalla fulminante battuta talvolta per palati non sofisticati; il terzo fratello invece è in cucina.
La scelta dei piatti è abbastanza limitata: come primo, maccheroni al sugo alternati con minestra riso e prezzemolo (ottimo il brodo di carne) e per secondo nodino ai ferri o costata. Saltuariamente si trova manzo bollito e trippa. Merita una menzione a parte la cotoletta alla milanese, fatta come deve essere fatta: rigorosamente di vitello con l’osso, impanata e rosolata nel burro, tanto che ogni volta che la ordino, condannandomi ad un pomeriggio di incipiente sonnolenza, al primo boccone il pensiero corre alla cucina della mia povera nonna.
Per chiudere guai a rifiutare un tuchel di gorgonzola o di taleggio. La frutta, fresca di stagione e secca, che a fine pasto viene comunque servita, viene portata in cesti un po’ come nelle trattorie di una volta e dopo il caffè l’oste usa offrire un goccino di grappa giusto “per sciacquare la bocca”.
A parte questa immersione nel sapore del tempo perduto vale soprattutto la pena assaggiare una atmosfera non asettica, e dove l’ambiente informale della trattoria non è costruito ad arte: la clientela è per lo più abituale e il “forestiero” non esce senza aver soddisfatto qualche curiosità dei fratelli, subito condivisa dagli habitué del locale. L’unica nota è che anche questo è un posto in via di estinzione e conviene affrettarsi. Da un po’ ogni fine anno i fratelli dicono che non riapriranno all’inizio del successivo, poi la serranda fortunatamente si alza ancora. Prima o poi però questo non succederà ad avremo perso ancora un altro pezzo di storia della Brianza.

domenica 18 aprile 2010

Chef & Gourmet.


Diario semiserio di un grande cuoco e di un discreto buongustaio: Nicola Batavia e Massimo Roscia. Non è un romanzo e neanche una raccolta di racconti, un saggio, un trattato gastronomico o un ricettario. È, più semplicemente, un diario a quattro mani, un diario semiserio, un diario-mai-scritto, in cui ricordi, esperienze, episodi del vissuto quotidiano ma, soprattutto, un’enorme, viva, contagiosa, maniacale passione per il cibo di uno chef e di un gourmet si fondono miracolosamente, amalgamandosi come gli ingredienti della più gustosa delle pietanze. Il punto di vista autentico di chi crea un piatto messo in relazione con quello, altrettanto genuino, di chi lo assapora. Nessun plot apparente, soltanto semplici tracce di vita che testimoniano l’evoluzione personale e quasi parallela del gusto nei due protagonisti. Un confronto diretto ed originale che si basa su nozioni culinarie e degustative dalla rigorosa fondatezza tecnico-scientifica, ma che si propone ai lettori in una veste sorprendentemente schietta, immediata, fruibile, giocosa, dissacrante, piacevole, dolceamara. In una parola… umana.
Il volume è stato insaporito con una serie di gustosissime ricette inserite a margine di ogni capitolo. Quelle curate da Massimo si riferiscono ad una cucina tradizionale, semplice e casalinga; quelle scritte da Nicola appartengono invece alla haute cuisine ma, grazie all’ausilio di originali schizzi autografi, sono facilmente accessibili e riproducibili da tutti.
Nicola Batavia, quarantadue anni, è Chef e patron del ristorante torinese ‘L Birichin. Nel 2006 ha ottenuto la prestigiosa stella Michelin.La sua cucina propone piatti dell’antica tradizione piemontese rielaborati attraverso un’accurata selezione della materia prima, l’applicazione di una solida tecnica affinata in Inghilterra, Francia, Thailandia e Spagna ed un talento creativo fuori dal comune. La sua cucina ha fatto da padrona durante il periodo delle Olimpiadi di Pechino 2008 pressol’Hospitality Vip della Nike.
Massimo Roscia, trentotto anni, è uno scrittore ed un appassionato gourmet. Lavora presso la Camera di Commercio di Frosinone (dove si occupa, tra l’altro, proprio di enogastronomia) e collabora con varie riviste nazionali ed internazionali di settore. Già autore di numerosi racconti, saggi, ricerche e altre pubblicazioni, vincitore di diversi premi letterari, ha esordito nel 2006 con il romanzo "Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo". L’originale noir sul rapporto cibo-nevrosi, per i tipi di Edizioni della Meridiana di Firenze, ha ottenuto in pochi mesi un grande successo di pubblico e di critica.
Pagg.: 256 - Formato 24 x 17 cm - Brossura con alette
Prezzo: € 14,50

domenica 11 aprile 2010

IV Concorso Oleario Internazionale, Premio Armonia.


di C. S.
10 Aprile 2010 Teatro Naturale n. 14 Anno 7
Lo scorso 21 e 24 marzo, a Viterbo, presso Domus La Quercia, si sono svolte le selezioni finali. Franca Angerosa, Capo Panel COI, ha diretto la Commissione di valutazione, formata da 9 esperti assaggiatori, provenienti da diverse regioni.
A rappresentare la Spagna, il dott. Wenceslao Moreda dell’Istituto de La Grasa di Siviglia, delegato COI per le attività formative estere in materia.
Ardua l’attribuzione del primo e del secondo premio, soprattutto nella sessione degli intensi. L’individuazione dei vincitori, giocata sul filo di lana, ha reso necessaria la ripetizione delle prove di selezione per ben tre volte.
Si è riunita anche la Commissione di valutazione del packaging.
La Commissione, composta da artisti, architetti, grafici, designer, da esperti di marketing e di psicologia applicata, mentre ha rilevato un interessante attenzione agli aspetti estetici della confezione e alla ricerca di eleganza della immagine grafica della etichetta, ha evidenziato la difficoltà delle confezioni a stabilire un’adeguata risposta strategica al mercato.
L’incapacità di presentare elementi capaci di descrivere con efficacia i “benefit offerti” e di presentare con forza e distintività le caratteristiche dei prodotti (le varietà delle cultivar, le specificità del territorio,….) è molto diffusa e oltre a produrre una incerta e fragile definizione del “posizionamento” dei singoli prodotti, non aiuta a connotare le qualità del comparto dell’olio extravergine nel suo insieme.
Tematiche di grande rilevanza, che rappresentano i maggiori punti critici del sistema della comunicazione di questo straordinario prodotto delle cultura agroalimentare italiana: tematiche che il Concorso Armonia ha iniziato ad approfondire e che intende dibattere nel corso della Cerimonia di Premiazione, che si terrà alle ore 15 dell’11 maggio 2010 nell’Aula Magna del Palazzo Ducale di Colorno, Parma, sede di ALMA, la Scuola internazionale di cucina diretta da Gualtiero Marchesi.

domenica 4 aprile 2010

In Liguria si promuove la gastronomia mediterranea.


Barcellona, Torino e Genova, insieme all'Associazione Conservatoria del Piemonte e al Conservatorio Internazionale delle Cucine Mediterranee danno vita ad un progetto per la valorizzazione dei prodotti alimentari locali. Le bancarelle verranno allestite nell'area del Porto Antico dal 29 aprile al 2 giugno. Si potranno gustare ed acquistare prodotti tipici di Barcellona, Marsiglia, Torino, Genova e le specialità delle Repubbliche Marinare di Pisa, Venezia e Amalfi. L'evento al Porto Antico sarà un' anteprima del grande «Food Market Festival», un festival della filiera enogastronomica internazionale che si terrà a Genova nel 2011. Il progetto MedEmporium comprende l'organizzazione e l'attuazione di quattro mercati pilota, uno in ogni principale città che ha aderito all'iniziativa. Quattro importanti mercati dove i commercianti potranno esaltare la freschezza e la qualità dei prodotti mediterranei e sull'importanza di mangiare alimenti locali, freschi, sani e genuini. Saranno date informazioni sulla dieta mediterranea, conosciuta in tutto il mondo come la più salutare. Ogni progetto pilota è organizzato a livello locale, ma i risultati e le attività di ciascun progetto saranno discusse e condivise da tutti i partner MedEmporium. L'analisi terrà conto dell'intera realtà dei mercati mediterranei, per giungere ad un approccio più globale e concreto che possa migliorare l'integrazione sociale e turistica dei vari paesi. Un progetto ambizioso che grazie all'appoggio dell'Associazione di Sviluppo Gal Genovese ed il Comune di Genova promuove il ruolo dei mercati cittadini.

venerdì 26 marzo 2010

EURO & MED FOOD apre i battenti.


L'agroalimentare ha accolto nella sala convegni gli oltre 300 buyers venuti da più parti del mondo per conoscere il settore agroalimentare e turistico pugliese.
Il dott. Di Mauro Direttore della Camera di Commercio di Foggia e il dott. Zanasi Presidnete della stessa hanno, con soddisfazione e meritatamente, rimarcato come da tempo le diverse edizioni di Euro & Med Food si siano posizionate al centro degli interessi e dattenzioni per tutte quelle imprese pugliesi e meridionali che grazie alla qualità della loro offerta vogliono internazionalizzare i loro mercati. Tutti, nessuno escluso degli organi istituzionali preposti, hanno il merito del successo di questo evento che si concluderà domenica 28 marzo.
A partire dalle 11,00 sono iniziati gli incontri con i buyers. Tali incontri si svolgeranno giovedì, venerdì e sabato.
Negli stessi giorni sono in programma una serie di workshop di notevole interesse ed importanza per il settore.

lunedì 22 marzo 2010

L'enogastronomia crotonese ad Istanbul.


Si è svolta lo scorso 25 febbraio ad Istanbul la “Serata di degustazione delle eccellenze enogastronomiche del territorio crotonese: la storia del Mediterraneo si incontra ad Istanbul” organizzata dalla Camera di Commercio di Crotone, in collaborazione con Unioncamere Calabria e con la Camera di Commercio Italiana in Turchia. L’evento è nato con l’obiettivo di far conoscere, attraverso un menu appositamente elaborato, alcuni dei prodotti di eccellenza delle aziende crotonesi. Alla manifestazione hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle principali istituzioni italiane presenti sul territorio, buyer ed operatori commerciali Turchi e giornalisti del settore enogastronomico. Per l’intera serata gli ospiti si sono lasciati sedurre dai sapori e dagli odori della terra calabra, manifestando forte apprezzamento ed interesse per i prodotti presentati: dal vino al miele, dai formaggi ai liquori tipici.
“Si tratta di un primo approccio al mercato turco – ha dichiarato il presidente Salerno – che ha consentito di rappresentare, oltre ai prodotti delle nostre imprese, anche uno spaccato della nostra cultura enogastronomica. L’auspicio è quello di poter proseguire su questa strada lavorando in sinergia con la Camera di commercio italiana di Istanbul per consentire alle imprese del nostro territorio di approdare in uno dei mercati più promettenti del Mediterraneo”.

domenica 14 marzo 2010

La Dieta Mediterranea nella lista dell'UNESCO.


Il 13 marzo è stata firmata a Chefchaouen in Marocco la “Dichiarazione di Chefchaouen” a sostegno della candidatura della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’UNESCO da parte delle quattro comunità individuate nei rispettivi Stati: Cilento (Italia), Koron (Grecia), Sorìa (Spagna) e Chefchaouen (Marocco). Con la firma della Dichiarazione le quattro comunità si impegnano ad avviare forme di partnerariato e collaborazione reciproca ed a realizzare un analogo evento entro la fine del 2010 a sostegno della Dieta Mediterranea.

domenica 7 marzo 2010

Istanbul capitale europea della cultura 2010.


Istanbul il 16 gennaio ha festeggiato con una straordinaria cerimonia di apertura la sua nomina a Capitale Europea della Cultura 2010. La città fra i due continenti si è preparata con grande scrupolo a questo appuntamento, e non ha badato a spese. L'investimento è stato di 400 milioni di euro. Saranno quasi 500 gli appuntamenti che attendono i 10 milioni di visitatori previsti, divisi in concerti, mostre, rappresentazioni teatrali, balletti, ma anche conferenze e cicli di studi. Il tema portante è “Istanbul: la città dei quattro elementi”, la città come cerniera fra continenti e culture diverse.
Bisognerebbe approfittare di questa vetrina internazionale per far conoscere la cultura enogastronomica pugliese.

mercoledì 3 marzo 2010

pizza vending machine PIZZALY

Sarà pure una bella idea, ma preferisco quella della pizzeria Bella Napoli con il forno a legna.

domenica 28 febbraio 2010

Slow Food contro McDonald.


La polemica, com'era prevedibile, è scoppiata. Il contendere è l’inserimento di un panino McItaly all’interno del menù della famosa catena di polpette americane McDonald, su proposta del ministro dell’agricoltura. Repubblica ed Il Giornale dedicano la prima pagina. Il Giornale titola “E ora s'inventano il cibo politicamente corretto” con un articolo di Porro che inneggia agli ogm e spara a zero sui mercati agricoli a chilometro zero. Repubblica riporta le risposte dell'amministratore delegato della McDonald's Italia e del ministro Zaia a Carlo Petrini di Slow Food: “La tua storia è fantastica, ma presenta il limite d'essersi rivolta a una minoranza colta, abbiente, consapevole. Larghi strati della popolazione sono lontani dal potersi accostare alla nicchia rappresentata da Slow Food... Sono orgoglioso di questa operazione, la rifarei e il suo successo è già confortante. Tre milioni e mezzo di euro al mese per gli agricoltori – tanto McDonald's paga i prodotti Dop e Igp che le forniscono i Consorzi - fanno 40 milioni l'anno che si riversano sui nostri campi.” La risposta di Petrini: “Il punto è un ministero italiano che fa da sponsor ufficiale a una multinazionale con interessi privatissimi. E' vero, da un leghista non me lo aspettavo, rischi di passare alla storia”.

sabato 20 febbraio 2010

Puglia: nel 2009 +5,3% nell'export prodotti alimentari.


da Teatro Naturale
Di fronte ad un calo del –4% delle esportazioni del settore alimentare nei primi dieci mesi 2009 sullo stesso periodo 2008 e al pesante gap dell’export totale nazionale che ha chiuso l’anno con una diminuzione attorno al –24% sul 2008, va sottolineata la diversa reattività dell’export alimentare regionale alla presente crisi dei mercati.
Le regioni più brillanti, in controtendenza col trend calante del settore a livello nazionale, sono il Piemonte, che nei primi nove mesi 2009 segna un +8,4% sul corrispondente periodo 2009, la Campania, che tocca il +8,6% e la Puglia che mostra un incoraggiante +5,3%. Va sottolineato che tali dinamiche sono ottenute, nel caso del Piemonte, grazie in gran parte allo spunto del molitorio e, in quello della Campania, prevalentemente grazie alla spinta del conserviero vegetale: due comparti di prima trasformazione che, a dispetto della loro “maturità”, mostrano ampie capacità espansive sui mercati.
Allo stesso tempo va poi richiamata la pesantezza dell’export di tre regioni centrali (Umbria, Marche e Lazio) e di tre regioni del Sud (Calabria, Sicilia e Sardegna): esse hanno segnato tutte cali a due cifre, in gran parte per la grande e aggiuntiva frammentazione aziendale che le caratterizza e che non le aiuta a competere sui mercati in una fase di stretta come quella presente.
La Sicilia, in particolare, appare in forte avvitamento da un biennio, al punto che la sua proiezione esportativa, ovvero l’incidenza del valore dell’export sul proprio fatturato, è scesa al 2,3%, rispetto a una media italiana prossima, come prima accennato, al 16%.
E’ da notare che, fra le regioni leader del Paese, la Lombardia e l’Emilia Romagna, mostrano proiezioni esportative tra l’11% e il 12% del proprio fatturato, inferiori alla media nazionale, per la presenza relativamente scarsa di un segmento apripista come il vino. Tutto diverso invece il caso del Piemonte e del Veneto, che mostrano incidenze export/fatturato, rispettivamente, sull’ordine del 30 e del 20%. Caso a parte, fra le regioni leader, quello della Campania, che svetta con una proiezione esportativa attorno al 31%, grazie alla spinta del comparto conserviero vegetale, di cui è leader nel Paese.

Puglia: liberiamoci dagli OGM.


Il Comune di Lecce ha promosso insieme all’Associazione S.U.M. questo convegno, a conclusione dell’iniziativa “Puglia libera da OGM”, ideata in seguito all'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2009, del nuovo Regolamento Europeo 834/2007 che estende anche ai prodotti biologici la soglia di tolleranza dello 0,9% di OGM, senza obbligo di segnalarlo in etichetta, come già avviene da anni negli alimenti e mangimi convenzionali.
All’iniziativa hanno aderito, con delibera, oltre al Comune di Lecce, altri sessanta comuni della Provincia di Lecce, vari enti e associazioni e migliaia di cittadini.
Queste adesioni saranno presentate alla Regione Puglia per testimoniare la volontà di avere una Puglia libera da OGM.
Il Convegno sarà un importante momento di informazione e di aggregazione delle forze anti-OGM: tra i relatori invitati saranno infatti presenti ricercatori indipendenti di fama internazionale e studiosi che presenteranno i risultati delle loro ricerche sugli OGM.
L’incontro sarà anche occasione per dare voce alla testimonianza diretta di chi ha già sperimentato i danni causati dalla coltivazione degli OGM in altre parti del mondo.

domenica 14 febbraio 2010

Il gusto mediterraneo al Festival della canzone.



La Campania in scena a Sanremo con "Gambero Rosso" e "Stelle Michelin".
In occasione del 60° Festival di Sanremo il Gruppo Eventi ha organizzato con il Ministero delle Politiche Agricole "Gambero Rosso e Gusto Mediterraneo" un dopo festival con cooking show e servizi spa negli spazi del Palafiori.
“Il tour enogastronomico – spiega Fofò Ferriere, portavoce del Gruppo Eventi di Sanremo – durerà 6 giorni. In termini di tipicità enogastronomiche saranno rappresentate: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Puglia e Sardegna.
Il taglio del nastro è previsto il 15 febbraio, appunto con la Campania che vedrà ai fornelli numerosi chef.
In termini di attrezzature ci ha supportati ARChinfood con piani cottura di Angelo Po. Ai fornelli ci sarnano Sette stelle Michelin con Gambero Rosso e cuochi recensiti da L´Espresso con Gusto Mediterraneo, marchio che ci seguirà in termini di comunicazione per la Campania”.
I prodotti da cucinare? Dal maialino nero di Caserta ai pomodorini del piennolo, il babbà come dolce e da bere i vini doc del Vesuvio della Cantina "Terre di Sylva Mala" con la tecnologia Enomatic di Armando Romolo Cavaliere.
“Nella scelta dei prodotti – dice Vittorio Imperati, amministratore di V.I.
products che cura la scelta delle tipicità campane – abbiamo selezionato un cestino di eccellenze campane, dalla pasta Leonessa all´olio Dante, dal provolone del Monaco alla pera pennata di Agerola e lo spumante di piedirosso di I Nobili del Vesuvio. Per i pomodorini abbiamo scelto il presidio Slowfood “Il Miracolo di San Gennaro” e a cucinare tutto questo ci saranno chef di spessore da Pietro Parisi del ristorante Era Ora a Giuseppe Daddio ed Aniello di Caprio della scuola di cucina Dolce & Salato. Inoltre con Gambero Rosso avremo 7 stellati, tra cui Pisaniello di La Locanda di Bu e Stanzione di Casa del Nonno 13. Si è dunque cercato di rappresentare il meglio della Campania in un piatto”. L´evento sarà trasmesso in diretta sulla web tv del sito www.gustomediterraneo. it e sul canale di digitale terrestre CAPRI EVENT.

venerdì 5 febbraio 2010

Couscous tostato al ricordo di caponata con melanzana croccante e verdure in tempura.


Un'altra favolosa ricetta dello chef Marcello Valentino.
Ingredienti per 4 persone:
280g. di Couscous tostato
500g. di passata di pomodoro (all’italiana)
un cucchiaio di concentrato di pomodoro
mezza cipolla di Tropea
un cucchiaio di sedano tritato
6 olive verdi snocciolate
listarelle di melanzana nera q.b.
mezzo bicchiere di “inzolia”
un litro di fumetto di verdure
un cucchiaino di capperi
olio extravergine di oliva (nocellara del Belice) q.b.
sale q.b.
un cucchiaino di zucchero semolato
peperoncino fresco q.b.

In una padella antiaderente, soffriggere cipolla, sedano, olive, capperi e sfumare con l’inzolia. Evaporato l’alcol del vino, unire lo zucchero, il concentrato di pomodoro e, una volta amalgamato bene, la passata di pomodoro. Far cuocere per una trentina di minuti a fuoco basso e di tanto in tanto, versare qualche mestolino di fumetto per mantenere sufficientemente umida la salsa. Passato il tempo sopraindicato, regolare di sale, trasferire il sugo in un cilindro da cucina e frullare con un minipimer ottenendo così una salsa omogenea.; per ottenere una spiccata cremosità, aggiungere a questa un paio di cucchiai di crema di riso, ottenuta da un vialone nano stracotto e passato al setaccio.
A questo punto friggere, in abbondante olio extravergine di oliva, la melanzana che uniremo al piatto finito. In uno stampino da cucina, formare i tortini di couscous tostato e successivamente coprire con la salsa precedentemente realizzata..
Servire su un piatto piano, insieme a delle verdure in tempura e decorare a piacere con delle erbette aromatiche fresche e la melanzana fritta.

mercoledì 3 febbraio 2010

"Mediterraneans" a Jeddah in Arabia Saudita.


Il grande evento dedicato al cibo italiano vedrà per sei giorni il meglio della gastronomia italiana sbarcare in Arabia Saudita. Dalla pasta al parmigiano reggiano, dal gelato al caffè, dall'olio extravergine al tonno, dal riso ai dolci, a tanti altri prodotti, tutti sono protagonisti sul suolo saudita dell'incontro "Mediterraneans - A journey through the italian food history", che è stato, come dice il nome, un viaggio dedicato alle produzioni agroalimentari e alla cucina tricolore di qualità.
Questa vetrina delle imprese italiane di tutte le dimensioni è stata organizzata da Emanuele Esposito, executive chef del complesso "Il Villaggio" a Jeddah.
Così per il secondo anno, dall'1 al 6 febbraio, i sei ristoranti e il deli-shop Reyhan della struttura del complesso "Il Villaggio" a Jeddah, ribattezzata dagli arabi "Tempio del Gusto Italiano", si sono trasformati in un vero e proprio centro di cultura alimentare del Bel Paese, grazie anche alla disponibilità del nostro Console sul luogo Giovanni Nocera, dell'Ambasciatore in Arabia Saudita Eugenio D'Auria. L'evento, che riannoda i legami storico-gastronomici che uniscono da secoli l'Italia al mondo arabo, è stato reso possibile dalla collaborazione in primis delle aziende food dell'Emilia Romagna.
Grazie all'impegno di Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, di Nicola Fabbri della storica azienda bolognese dell'Amarena Fabbri 1905 dell'azienda parmense della pasta Barilla, dell'Azienda Bonat di Basilicanova in provincia di Parma che vende ai migliori ristoratori italiani e stranieri il suo Parmigiano Reggiano Dop (anche di stagionatura di otto anni!).
Parteciperanno inoltre, tra gli altri, il caffè Lavazza, il Consorzio Riso Vialone, il Tonno Calippo e tante altre realtà della gastronomia tricolore.
La cucina delle occasioni di gala è opera di Gian Maria Le Mura, chef-patron di "Maidireristorante", e Vincenzo Raschella, pastry-chef de' Il villaggio complex, che presta la sua arte culinaria a supporto di Emanuele Esposito e dei vari collaboratori.
Sarà proprio il pasticciere Raschella a curare l'evento più goloso sul "Gelato".
L'antropologo e gastrosofo Sergio Grasso, volto noto della Rai, ha avuto invece il compito di curare gli aspetti culturali e didattici del gustoso incontro, conducendo il pubblico attraverso degustazioni di prodotti e stages di approfondimento su pasta, olio extravergine d'oliva, salumi (ovviamente non suini), formaggi, aceto balsamico tradizionale, confetture e dolciumi. Si è svolta anche una particolare lezione/degustazione, Parmigiano-Reggiano: latte primordiale.
A Mediterraneans, ogni giorno saranno programmati appuntamenti tematici con i traders locali, alternati a conferenze e tea-times sugli intrecci culturali tra i Paesi Arabi e l'Italia, allo scopo di far conoscere le nostre eccellenze gastronomiche, aprendo nuovi e concreti scenari commerciali per l'agroalimentare italiano, e di rafforzare il clamoroso successo d'immagine conseguito nella precedente edizione della kermesse, attorno alla quale si sono concentrati per una settimana i giornali e le televisioni saudite e i più importanti "salotti-bene" della nazione.
Evento nell'evento, a Mediterraneans sarà il lancio del Concorso di Cucina Italiana, promosso in collaborazione con IFSE-WORLD, scuola di cucina di Piobesi a Torino (www.ifse-world.com), e riservato ai giovani sauditi, che si è tenuto presso il circolo "CICER" del Consolato Generale Italiano di Jeddah.

domenica 31 gennaio 2010

Baccalà alla vicentina.



Ingredienti:
Acciughe 3
Cipolle 200 g
Farina 100 g
Latte fresco 2 dl
Merluzzo baccalà 400 g
Olio 1/2 litro
Parmigiano Reggiano 50 g
Pepe 1 pizzico
Prezzemolo tritato 3 cucchiai

Battere per bene il baccalà ed ammollarlo in acqua fredda cambiandola ogni quattro ore per 2 giorni.
Togliete la pelle e aprite il pesce per il lungo, quindi eliminate le lische. Tagliatelo a quadrotti più o meno della stessa grandezza.
Fate rosolare la cipolla finemente tritata in un tegame, aggiungere poi le acciughe diliscate e tagliate a pezzettini e, a fuoco spento, aggiungete il prezzemolo tritato. Infarinare i pezzi di bacalà dopo averli bagnati con un pò di soffritto, disponeteli in un pirofila, sul cui fondo avrete versato qualche cucchiaiata di soffritto, quindi ricopriteli con il restante soffritto. Aggiungete anche il latte, il grana, il sale, il pepe e il resto dell'olio fino a coprire per bene i pezzi di baccalà.
Fate cuocere il baccalà alla vicentina a fuoco lentissimo per 4 ore , muovendo la pirofila di tanto in tanto, in senso rotatorio, senza però mai mescolare con alcun arnese. Servite il vostro baccalà alla vicentina sia caldo che freddo ma accompagnandolo con della buona polenta.

sabato 23 gennaio 2010

La polenta veneta affonda le radici nel Mediterraneo.



Le prime coltivazioni di mais si ebbero trent'anni dopo la scoperta dell'America, in Andalusia, per opera di agricoltori di origine araba che lo usavano come mangime per gli animali. Dal Golfo di Biscaglia, il mais si diffonde nel XVII secolo in tutta Europa, anche per la spinta che viene dai coloni americani, e si espande lungo una fascia precisa, attraverso la Spagna, la Francia, l'Italia, i Paesi danubiani, l'Ucraina, fino al Caucaso. Più a nord, il clima era troppo freddo, più a sud troppo secco. La preparazione è ovunque la stessa: si fa cuocere la farina gialla in acqua o brodo, vi si aggiunge, alla fine, burro, latte, formaggio, sughi e carne.
Le attuali ricette della polenta impastizada, della polenta infasolà, della polenta onta, ecc., si rifanno a questo antico uso, derivato dalla maniera di preparare la puls romana. La parola "polenta", infatti, conserva la sua origine latina, puls, plurale pultes. Allora, la polenta era fatta con il farro, un cereale più grosso e duro del comune frumento, e non offriva la consistenza della polenta di farina gialla. Si condiva con latte, formaggio, carne di agnello, oppure con salsa acida e maiale.
La polenta è il cuore della casa veneta, il simbolo popolare della sua cucina; nel Veneto, si sono sperimentate tutte le variazioni gastronomiche possibili della polenta.
A Venezia esistevano dolci rustici, molto comuni, fatti con farina gialla prima della scoperta dell'America e a metà del XVI secolo, in Friuli, si fa la polenta con il "grano saraceno".
Queste due realtà ci inducono a pensare che il famoso mais (mahiz, lo chiama Colombo, imparando il termine degli indigeni dell'isola Hispaniola) sia arrivato nel Veneto attraverso i traffici veneziani con l'Oriente, in tempi remoti. La puls era conosciuta in tutta l'area mediterranea e Apicio ci parla della puls punica, fatta con farina, formaggio fresco, miele e uova. Lo stesso autore ci riporta la preparazione delle pultes julianae, le polente friulane e venete con la spelta o il panico, con l'aggiunta di olio o latte, formaggio e sughi di carne.
Nel De honestate voluptate et valetudine del Platina, alla fine del XV secolo, ritroviamo la polenta di farro. La torta si otteneva mettendo in padella, in teglia, a strati, polenta e condimenti, con una "spolverata" di zucchero e acqua di rose.
La polenta di granoturco risolve subito i molti problemi alimentari delle popolazioni povere, fino a quando, nella metà del XVIII secolo, non apparve la pellagra, causata, si disse, dal continuo consumo di polenta. "Ci sono voluti decenni, si è dovuto arrivare a questo secolo prima di capire che la pellagra era conseguenza di una mancanza di vitamine" (Carnacina - Buonassisi) e si riconobbe l'antica saggezza dei Maya e degli Incas, che avevano fatto del mais la base della loro alimentazione ma vi univano quanto vi mancava.