martedì 22 dicembre 2009

Menù a km zero

E’ in discussione alla Camera, in Commissione Agricoltura, la proposta di legge che intende favorire la riduzione della distanza tra luogo di produzione e luogo di consumo, al fine di limitare i costi energetici e ambientali provocati dal trasporto di alimenti provenienti da lunghe distanze.
Ermete Realacci è il primo firmatario insieme a Susanna Cenni. Tra le finalità, quella di promuovere i prodotti alimentari ecologici e di qualità e lo sviluppo locale. Per “prodotti alimentari a km zero” si intendono quelli provenienti da areali di produzione appartenenti all’ambito regionale o posti ad una distanza non superiore a 70 km di raggio dal luogo previsto per il loro consumo o, anche, per i quali è dimostrato un apporto limitato delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto.
La proposta prevede che queste caratteristiche di prodotto possano costituire un titolo preferenziale per l’aggiudicazione di appalti pubblici del servizio di mensa e di ristorazione collettiva. Si prevede, poi, la possibilità di riservare agli imprenditori agricoli che esercitino la vendita diretta almeno il 20 per cento del totale dei posteggi nei mercati di dettaglio situati su aree pubbliche e il 30 per cento della superficie delle strutture commerciali.
Un’altra novità interessante è quella che riguarda la possibilità, per le grandi strutture di vendita e per i centri commerciali che si impegnino a porre in vendita prodotti a km zero provenienti da filiera corta e prodotti di qualità in una quantità pari al 30 per cento delle produzioni agricole e agroalimentari complessivamente acquistate su base annua, di ottenere una riduzione del 50 per cento degli oneri di urbanizzazione. Fondamentale risulta l’istituzione del marchio “chilometro zero”, che garantisce la qualità ambientale superiore del prodotto alimentare.

sabato 28 novembre 2009

Assegnato il premio DE@TERRA 2009

Promosso dall'Osservatorio Nazionale per l'Imprenditoria Femminile in Agricoltura e dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stato assegnato all'imprenditrice agricola di Conversano (Ba), Anna Salzo. Nel 1996 riceve in eredità dei terreni coltivati a frutta e ortaggi, su cui in seguito decide di adottare metodi di coltivazione biologica. Dopo un'attenta analisi di mercato, Anna decide di intraprendere la strada della trasformazione. Utilizzando frutta e verdura che coltiva, l'imprenditrice pugliese ha lanciato una linea di prodotti denominata "Sapori di Casa" che va dai sottolio alle confetture, dal paté alla frutta sciroppata, fino alla passata e ai sughi pronti. I prodotti sono lavorati a mano con le tecniche tradizionali, tramandate di padre in figlio. La clientela, inizialmente concentrata sul territorio pugliese, man mano si è estesa su tutto il territorio nazionale ed estero. I prodotti di 'Sapori di Casa' sono acquistabili presso i Mercati di Campagna Amica della Coldiretti di Bari. Attualmente vende circa il 70% del proprio prodotto in Italia, il restante 30% sul mercato europeo ed internazionale.

martedì 24 novembre 2009

Tratto da Rififi
Una mattina dello scorso luglio un gruppo di coloni israeliani ha dato fuoco ad almeno 1500 ulivi, in Cisgiordania, appartenenti a contadini palestinesi. Le coltivazioni sono state distrutte come forma di rappresaglia contro lo sgombero di alcuni avamposti illegali dei coloni, effettuati dalle forze di polizia israeliane.Un antico mito narra di come la città di Atene venne fondata da Poseidone ed Atena, e di come in seguito le due divinità non riuscirono a trovare un accordo su chi dovesse dare il proprio nome e la propria protezione alla città. Si decise allora di far scegliere direttamente agli ateniesi quale sarebbe stata la propria divinità protettrice. Poseidone per ingraziarsi il favore dei cittadini fece loro dono di uno splendido cavallo bianco, ed assicurò il proprio appoggio incondizionato nelle battaglie che la città avrebbe affrontato.Atena invece fece sorgere dalla terra un ulivo. Poseidone offriva alla città la via della guerra e della conquista, mentre nell’ulivo di Atena erano rappresentate le virtù della saggezza e della prudenza, e soprattutto i benefici della pace. Il popolo di Atene scelse di accettare il dono della dea, il cui nome fu dato alla città, e l’ulivo divenne uno dei suoi simboli. Coloro che sono nati sulle rive del mediterraneo sanno che per quanto ci si sposti lungo le sue sponde, per quanto cambino le lingue e il colore della pelle delle persone che via via si incontreranno, l’uniformità del paesaggio saprà sempre infondere un senso di rassicurante familiarità, così come il ritrovare lungo tutte le coste la presenza dell’ulivo darà l’impressione di non essersi mai allontanati dalla propria casa. Così come per secoli non vi fu alcuna identità europea nel nostro continente, ed i popoli che vi abitavano potevano essere divisi, allora come oggi, in due grandi famiglie: coloro che utilizzavano il burro ed il grasso per cucinare e coloro che invece avevano il privilegio di disporre dell'olio d'oliva.

lunedì 23 novembre 2009

IL 29 NOVEMBRE "PANE & OLIO IN FRANTOIO "

Pane e olio, le radici della cultura e gastronomia mediterranea. Due elementi semplici, frutto della terra e della piu' semplice lavorazione. Ecco cosa ci si prepara a festeggiare domenica 29 novembre, quando in tutta Italia si celebrera' l'ottava edizione di "Pane e Olio in Frantoio &…". La manifestazione, organizzata dall'Associazione Nazionale Citta' dell'Olio con il finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali proporra' in centinaia di piazze italiane un ricco programma di iniziative tra convegni, visite guidate in aziende e frantoi e momenti di intrattenimento. Partendo da Imperia, dove la manifestazione si terra' in concomitanza con l'iniziativa "OliOliva", la grande festa dedicata all'olio extravergine e al pane si snodera' lungo tutto lo stivale, andando a toccare numerosi comuni del Bel Paese. Tra le attrazioni piu' caratteristiche di questa edizione, nel Comune di Marone (BS) sara' assegnato il premio enogastronomico "Citta' di Marone", con una esposizione di prodotti tipici del territorio e momenti di degustazione di prodotti Slow Food e della Valtellina. Arqua' Petrarca (PD) celebrera', in concomitanza di "Pane e olio in Frantoio", la V edizione della festa dell'olio "Arqua' Petrarca Citta' dell'Olio", con una manifestazione che coinvolge tutti i produttori di olio del borgo. Qui i produttori esporranno gli oli locali e sara' indetto un concorso che premiera' il miglior olio di Arqua' Petrarca, oltre a spettacoli a cura di artisti di strada e burattinai. A Brisighella (RA) per tutta la giornata nel centro storico si svolgera' la Sagra dell'Ulivo: un mercatino con vendita dell'olio appena spremuto e dei prodotti tipici del territorio. Nel perugino, precisamente a Giano dell'Umbria (PG) la rievocazione della "Festa della Frasca" permettera' ai visitatori di riscoprire la tradizione contadina, legata al periodo della raccolta e lavorazione delle olive con sfilate, esibizioni folkloristiche e degustazioni di prodotti in piazza e il "gala' dell'olio". Un carro, tirato dai buoi, trasporta la "frasca" (tralcio di ulivo) addobbata fino alla piazza principale del paese, accompagnata dai coglitori in abiti d'epoca come il "guazzarone" (una sorta di tunica che veniva utilizzata per ripararsi dall'umidita', dalla nebbia e dai rigori invernali frequenti in epoca di raccolta) e con strumenti originali (come i rastrelli di legno e il "cojituio") e da un gruppo folkloristico che rievoca i canti e le danze della tradizione contadina umbra.

domenica 15 novembre 2009

Cucina greca e italiana.

Tratto da Viaggi in Grecia


La cucina greca, più di 25 secoli fa, rappresentò nel vecchio continente l'inizio dell'arte culinaria. Si incominciò ad abbinare diversi tipi di ingredienti, utilizzando le spezie, per ottenere sapori che rendevano il cibo più gustoso. I romani ebbero molto da imparare dai greci, tanto che dalla Grecia "importarono" i cuochi ed i segreti della loro arte culinaria. Si può dunque affermare che la grande cucina italiana, sicuramente fra le più apprezzate di tutto il mondo, abbia avuto in realtà un'origine ellenica. Piatti semplici ma gustosi, ricette semplici e basate su prodotti freschi e genuini, nei quali spiccano i sapori mediterranei delle olive e dell'ottimo olio extravergine locale, delle melanzane, cetrioli, peperoni, pomodori, zucchine, la squisitezza delle carni, in particolare l'agnello e il maialino, dei formaggi, in particolare quello di capra, e dei prodotti ittici, in particolare molluschi e pesci divinamente cucinati e messi in risalto dalla fragranza dei limoni, dell'olio e delle spezie del luogo. Le due grandi differenze fra le attuali cucine ellenica ed italiana, con un grosso vantaggio a favore di quella Italiana, sono in primo luogo i primi piatti, in particolare la pastasciutta, vera peculiarità della nostra cucina, che in Grecia, come in altri paesi europei, stanno imparando solo recentemente ad inserire nei menù, quasi sempre abbinata al sugo di pomodoro o al sugo di carne o addirittura usata come condimento a qualche piatto di carne. A questa cucina si accompagna il particolare vino locale, rosso, bianco e rosato, sono del tutto degni di competere con la maggior parte dei vini italiani e francesi, e non sono da meno rispetto agli altri vini europei. La Grecia è un grande produttore di vini e di alcolici locali. Miele, formaggio, verdure e frutta di stagione, salvia, timo e olio d’oliva di prima qualità accompagnano la carne, il pesce e le verdure fresche dall’orto. Per questo la cucina greca è semplice e saporita, e la freschezza dei singoli ingredienti è più importante di un piatto sofisticato ed esteticamente raffinato.

mercoledì 4 novembre 2009

AMEFT: la rivista dell'Asia e del Medio Oriente.

La rivista che da 25 anni informa gli addetti ai lavori dell'alimentazione, fornendo le fonti e le raccomandazioni per le materie prime, ingredienti, attrezzzature e materiale da imballaggio. Punto di riferimento per le imprese che operano in Afghanistan, Algeria, Bahrain, Bangladesh, Brunei, Cina, Egitto, India, Indonesia, Iran, Iraq, Giappone, Giordania, Corea, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Marocco, Myanmar, Nepal, Oman, Pakistan, Filippine, Qatar, Arabia Saudita, Singapore, Sri Lanka, Siria, Taiwan, Thailandia, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Yemen. La rivista viene regolarmente letta dai professionisti del settore alimentare e delle bevande in Asia e in Medio Oriente come ad esempio produttori e trasformatori di materie prime alimentari, apparecchiature tecnologiche, imballaggio, importatori/esportatori, grossisti , dettaglianti, supermercati, autorità governative, compagnie aeree internazionali ed hotel.

Cucina ebraica in Italia.

Tratto da: Taccuini storici
La cucina ebraica ha sempre esercitato una forte attrattiva sui buongustai europei, sia per l’impiego di ingredienti poco consueti che per l’uso di spezie e particolari tecniche di preparazione. E' pervasa da sentori di cannella, zenzero ed altri aromi, ma anche d’aglio, coriandolo, menta e zafferano. L’esperienza italiana si presenta divisa dalla dorsale appenninica. Da una parte, nelle comunità della valle del Po, dal Piemonte al Veneto e alle Romagne, oltre che nelle località delle Marche e del litorale adriatico, stà un'alimentazione e una gastronomia caratterizzate dai consumi dell'oca (allevata come succedaneo del proibito maiale), dei suoi insaccati e derivati (prosciutti, salami, foie gras, griboli, eccetera). Si tratta di una cucina unta con il grasso dell'oca, che nasceva dalla fusione di elementi propri della cucina araba con i piatti popolari della pianura padana, dove erbe e radici venivano consumate in grande quantità. Importante in questa area anche i sapori orientali in agrodolce come le celebri sarde in saor. A fianco della gastronomia padano adriatica, troviamo un'altra cucina ebraica, quella rappresentata dagli ebrei di Roma, caratterizzata dall'uso pressoché esclusivo dell'olio d'oliva per la cottura e il condimento. Questa cucina, che chiameremo romano tirrenica, condizionata da forti influssi meridionali, si introdusse in seguito, almeno in parte, nelle comunità di origine sefardita della Toscana, specialmente a Livorno. Documenti del Cinquecento ci mostrano che gli ebrei romani abbondavano nella loro alimentazione di spezie (pepe, chiodi di garofano, coriandolo, cannella e zafferano), che consumavano spesso minestre di legumi, soprattutto lenticchie, e che apprezzavano le castagne e i marroni (lessi o arrosto). In particolare erano forti consumatori di finocchi e soprattutto di carciofi preparati alla giudaica. Nell'età del ghetto (dopo seconda metà del ‘500) gli ebrei si trasformarono, più per necessità che per amore, in forti mangiatori di frattaglie e carne secca, preparate e cucinate in un'infinità di modi, dai sapori forti e seducenti. Se gli ebrei romani, a seguito delle ingerenze pontificie, s'inventarono gli aliciotti con l'indivia (tortino fatto di acciughe), o il baccalà servito con una salsa agrodolce, i livornesi tra Settecento e Ottocento crearono il cacciucco, anche se senza i vietati molluschi. Gli ebrei sono sempre stati famosi per i loro dolci tipici e ricercati. Nell’area nord era popolare la spongata, mentre al centro si preferiva il tortolicchio (miele e mandorle), dolce speciale della festa di Purim (carnevale degli ebrei) dalla origini medievali.

lunedì 2 novembre 2009

Duro colpo alla tradizione ed alla cultura pugliese.

La buona qualità delle uve salentine non è stata sufficiente a scongiurare la crisi del settore. La scarsa quantità e l'aumento dei costi della mano d'opera hanno messo in ginocchio i produttori che hanno deciso di eliminare i vigneti ad “alberello pugliese” per passare ad un sistema di allevamento a spalliera o addirittura all’estirpo totale. L’espianto dei vigneti, però, comporta una perdita di tradizionalità e di patrimonio culturale che non fa bene nè all’agricoltura pugliese né all’Italia, la quale si trova a fare i conti con la scomparsa di un pezzo della sua storia agricola. Preso atto del triste dato secondo il quale dei 2200 ettari piantati ad alberello pugliese oggi ne sono rimasti solo 500, Angelo Maci presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marcosi si è messo a capo di un bellissimo e lodevole progetto per la tutela e la salvaguardia dell’alberello pugliese. Maci ha inoltre creato l’Accademia dell’alberello pugliese alla quale hanno aderito personalità illustri quali il prof. Antonio Calò (Docente della Sezione Sperimentale della Viticoltura di Conegliano Veneto, nonché Presidente nazionale del Comitato Vini Doc presso il Ministero dell’Agricoltura), Mario Fregoni (professore ordinario di Viticoltura all’Università Cattolica di Piacenza e direttore del Master in Scienze dell’analisi sensoriale), Prof. Cannella (Professore all’Università La Sapienza di Roma), Prof. Morgante (Professore all’Università degli studi di Udine) e Prof. Vittorio Marzi (Presidente dell’Accademia dei Georgofili Sez. Sud/Est ed ordinario presso l’Università degli Studi di Bari).

domenica 25 ottobre 2009

Cucina mediterranea e molecolare a confronto.

Con Marcello Valentino e Jaume Biarnés....
Conferenza organizzata dall'Istituto Cervantes sulla cucina innovativa...con dimostrazione pratica ai fornelli presso l'Hotel NH **** Palermo (ex Jolly Hotel) giovedì 5 novembre ore 18.00...
Grazie ad un gruppo di cuochi innovatori come Jaume Biarnés, chef che ha lavorato con El Bulli di Ferran Adrià, Marcello Valentino, conosciuto come lo Chef del Mediterraneo e di ricercatori come Pere Castells, la Fondazione Alicia porta avanti progetti di ricerca che uniscono gastronomia e scienza. Uno dei progetti Futural studia alimenti più sicuri, più nutritivi, più sani e convenienti; in poche parole, più intelligenti. Il progetto parte dalle molte innovazioni studiate in campo culinario, che possono trovare applicazione in nuovi prodotti così come in diete speciali o per gruppi con limitazioni alimentari.

domenica 18 ottobre 2009

Ingredienti per 4 persone:
Pollo
Prugne secche 450 gr
Datteri 200 gr
Fichi secchi 150 gr
Uva passa 75 gr
Mandorle 145 gr
Cipolla 2
Bastoncino di cannella 1
Zafferano pizzico
Burro 100 gr
Pepe e sale
Preparazione:
Fate immergere le prugne, i fichi e l'uva passa in acqua molto calda, per farle ammorbidire, e custodite l'acqua per bagnare il pollo dopo. Fate sciogliere il burro in una pentola e aggiungete la cipolla tritata, lo zafferano, la cannella, poi il pollo tagliato in otto pezzi. Salate e pepate mescolando. Aggiungete l'acqua conservata fino a coprire i pezzi di pollo, coprite il tutto lasciandolo cuocere a fuoco lento. Pelate e aggiungete l'altra cipolla tagliandola a fette sottili nella pentola; incorporate le prugne, i fichi, i datteri e l'uva passa. Mescolate delicatamente e lasciate cuocere ancora per 25 minuti circa (o finché il pollo non è cotto bene) a fuoco lento e con la pentola coperta.. Nel frattempo, fate dorare le mandorle in una padella senza aggiungere altro.
Presentazione:
Togliete la pentola dal fuoco, versate il tutto in un tagine precedentemente scaldato, cospargete di mandorle dorate e ponete il tagine così caldo al centro della tavola
N.B.:
Nella cucina marocchina il pollo, il coniglio e la cacciagione vanno puliti immergendoli in acqua fresca con sale e accetto per mezz'ora o più prima di sciacquarli bene. Le carni ovine e bovine, invece, si sciacquano soltanto con abbondante acqua fresca.

La cucina araba.

E' molto ricca e varia, così come profondamente diversi sono i paesi che appartengono al mondo arabo. Per comodità possiamo dividere questo mondo in tre grandi regioni: il Mashreq, l'Oriente (Arabia Saudita, gli Stati del Golfo, lo Yemen, l'Irak, la Siria, il Libano, la Palestina, la Giordania e il Maghreb), e l'Occidente (il Marocco, l'Algeria, la Tunisia, la Libia, senza dimenticare Sudan ed Egitto che in un certo senso collegano l'Occidente all'Oriente). Ogni regione esprime nella cucina le sue tradizioni ed il suo passato. Nell'Arabia Saudita il montone arrostito deriva chiaramente da una civiltà beduina dedita alla pastorizia e al nomadismo. Le "Kafta" sono polpette di carne, aromatizzate con le spezie che gli Arabi introdussero nei loro commerci nel Mediterraneo; zafferano, cumino, cardamomo, cannella ricordano l'intensa attività commerciale di un tempo. I dolci, raffinatissimi a base di mandorle e miele, aromatizzati con essenze deliziose come la rosa e il fiore d'arancio. I fiori d'arancio sono inoltre tuttora utilizzati in alcuni paesi arabi per aromatizzare l'acqua che servirà alla preparazione di altri piatti. I "falafel" polpettoni di fave o di ceci, molto popolari in Egitto, sembrano essere ricetta ben più antica, si dice fossero già conosciute ai tempi dei Faraoni. La grande maggioranza degli arabi sono musulmani e si sottopongono quindi alle regoli alimentari imposte dal Corano. Le più conosciute e seguite sono il divieto di mangiare carne di maiale e carne non " halal " ovvero proveniente da animali non sgozzati. Per questo nelle nostre città è ormai abbastanza facile trovare macellerie islamiche dove potete gustare anche voi una carne più saporita e con meno odore. Durante il Ramadan, mese in cui si pratica il digiuno dall'alba fino al tramonto, assumono particolare importanza alcuni piatti che vengono cucinati soprattutto in questo periodo. Ricordiamo il " khushaf " una macedonia egiziana di frutta secca, e l'" harira " marocchina e algerina, zuppa con carne e legumi secchi che costituiscono un piatto particolarmente leggero, ma completo e quindi adatto a rompere le lunghe ore di digiuno. La cucina araba più vicina a noi è quella marocchina. La storia conosciuta di questa antica tradizione risale a 2000 avanti. Il piatto più conosciuto è il couscous. Questo piatto, si deve far risalire ai Berberi, il popolo che abitava il Maghreb prima della conquista araba. Il couscous è una semola, spesso ancora fatta a mano; la cui preparazione richiede abilità e pazienza. Per fortuna in commercio si trova dell'ottima semola di couscous in pacchi. Ricordiamo anche il "tagine", piatto a base di carne o pesce con verdure che prende il nome dalla particolare pentola in terracotta in cui viene cucinato.

sabato 10 ottobre 2009

Guida agli Oli Extravergine di oliva di Puglia 2009.

Tirsomedia presenta l'edizione 2009 della Guida dedicata a uno dei prodotti più significativi del comparto agroalimentare pugliese: l'olio extravergine di oliva. Ben 105 le aziende presentate dalla giornalista esperta di turismo enogastronomico Alma Sinibaldi, corredate dalla descrizione di oltre 150 oli a cura del critico enogastronomo Pasquale Porcelli. La guida è suddivisa in sezioni dedicate ai 5 territori a Dop, seguite da pagine riservate a eventi, musei e frantoi ipogei per scoprire la storia e la cultura legate all'ulivo e all'enogastronomia di Puglia. Novità di questa edizione le ricette dello chef internazionale Antonio De Rosa, che sottolineano la centralità dell'extravergine nella gastronomia. Rinnovata nella grafica e nei contenuti, la Guida è realizzata in italiano e in inglese per soddisfare le esigenze di un mercato sempre più ampio e attento all'olio, uno dei capisaldi della dieta mediterranea.

Guida ai prodotti agroalimentari pugliesi.

Una guida per districarsi nelle varietà di olio extravergine, vini, formaggi, pane, frutta e ortaggi che compongono l’ampio paniere dei prodotti pugliesi. Questa pubblicazione è un vero e proprio omaggio ad una regione straordinarimante ricca di prodotti di assoluta qualità certificata da numerosi riconoscimenti comunitari: 26 vini DOC e 6 IGT, 9 prodotti a DOP tra olio extravergine, formaggi, pane e ortaggi e 3 IGP (clementine del golfo di Taranto, limone femminello e arancia bionda del Gargano).

domenica 27 settembre 2009

Saporìe a Cesena: il festival del cibo di strada

Gli appassionati della cucina di strada potranno contare anche quest’anno su un ghiotto appuntamento, nella città del Festival Internazionale dello street food. Il 25, 26 e 27 settembre si sta tenendo infatti, nel centro storico di Cesena, Saporìe – da Sicilia, Campania ed Emilia-Romagna il Cibo di Strada di qualità. Un evento durante il quale è possibile assaggiare la migliore cucina di strada d'Italia. Dopo il grande successo riscosso l’anno scorso con la quinta edizione del Festival Internazionale del Cibo di Strada, Confesercenti Cesenate, Slow Food Cesena e Conservatoire des Cuisines Méditerranéennes, hanno deciso di riproporre la manifestazione anche nel 2009. Saporìe porta a legare strettamente, attraverso un gemellaggio gastronomico e culturale, territori simbolo di questo particolarissimo tipo di cucina: la Sicilia, la Campania e l’Emilia-Romagna. La manifestazione, inoltre, viene a coincidere con la Notte della Cultura, organizzata dal Comune di Cesena, ma ci sono appuntamenti ed intrattenimenti in tutte e tre le giornate. Sono anche disponibili appositi pacchetti turistici presso l’ufficio Iat che propone una permanenza con alloggio, visita alla città e assaggio di cibi della manifestazione (Iat tel. 0547.356327).Ad animare ci sono i gruppi teatrali e musicali della tradizione.Durante la manifestazione si tengono incontri, convegni e laboratori sul tema.Per tutte le informazioni e il programma completo, clicca quiOppure visita http://www.cibodistrada.com/Oppure invia una mail a info@confesercenticesenate.com

sabato 26 settembre 2009

Lampascioni

Nel mondo classico, ai bulbi, sembra molti simili ai cipollotti amarognoli, da noi chiamati lampascioni, veniva attribuito un alto potere afrodisiaco. Numerose sono le testimonianze in tal senso. Marziale (I sec. d.C.) dedicò ai lampascioni queste parole: “qualora tua moglie sia vecchia, qualora il tuo membro sia morto, niente altro che i bulbi potranno soddisfarti… Chi sa apparire uomo nelle battaglie di Venere, mangi i bulbi e sarà molto forte”. Ateneo (II – III sec. d.C.) diceva: “aragoste, bulbi, lumache… se qualcuno amando un’etera trovasse altri farmaci più utili di questi…”. La fama afrodisiaca dei bulbi era molto diffusa non solo nell’opinione popolare, ma anche presso i medici sia Greci che Latini. Presenti nel ricettario di Apicio in ben quattro preparazioni, dovevano essere un alimento di facile reperibilità. Dal Medioevo fino alla meccanizzazione dell’agricoltura, il lampascione ha rappresentato un alimento povero spontaneo, consumato in notevoli quantità durante il periodo delle arature e delle semine autunnali. Questa è una pianta erbacea molto rustica, coltivata sopratutto in Puglia, che cresce spontanea nel bacino del Mediterraneo orientale. Ha proprietà diuretiche ed emollienti molto simili a quelle della cipolla. Il bulbo sotterraneo del lampascione in cucina trova impiego: sia crudo (fresco) che cotto (bollito, arrostito, fritto, sottolio).
Ricetta: pulite dei lampascioni e teneteli immersi in una terrina con acqua fredda per un paio d’ore, cambiando il liquido diverse volte affinché perdono il gusto amarognolo. Privateli della pellicina esterna, metteteli in un tegame, versatevi dell'olio d’oliva e aceto fino a coprirli, e portateli ad ebollizione. Fateli cuocere, a tegame coperto e fuoco moderato per un’ora. Scolateli e insaporiteli con sale ed pepe.

Territori in festival: terza edizione.

Dal 25 al 27 settembre Montecatini Terme ospita la III edizione di Territori in Festival. La manifestazione avrà come cornice le strade e le piazze della città. Attraverso sagre, incontri, mercati, approfondimenti, mostre, design, performance, eventi, laboratori si esporranno tutte quelle risorse originali e genuine che compongono i Territori Italiani. Nato da un'idea di Davide Paolini, il Gastronauta promotore di un movimento di Tendenza di cultura materiale, e dall'ospitalità dell'imprenditore Simone Galligani.

mercoledì 9 settembre 2009

Le terre del Primitivo.

Immergersi nelle terre del Primitivo diventa un’esperienza sublime. Per la qualità del prodotto offerto e, a cornice, per l’ospitalità dei suoi abitanti. Non solo. Si aggiunga a questa miscellanea la scoperta dei gioielli artistici e architettonici che ruotano attorno ai comuni di Manduria, Oria, Erchie, Avetràna, Maruggio, Torricella, Lizzano, Torre Santa Susanna.
Otto centri consorziati nel GAL Terre del Primitivo che mette insieme undici soci privati in corsa per un posto di riguardo giustamente atteso dopo gli sforzi fatti per l’attuazione del Piano di Sviluppo Locale. E qualcosa si muove. I progetti e i traguardi raggiunti sono stati presentati a un gruppo di giornalisti esperti del settore che hanno avuto modo di toccare con mano e sentire con il palato i deliziosi frutti di questa terra che impregnano i sensi e vanno con lo sguardo oltre le lunghe distese di ulivi e i filari di viti che caratterizzano questi territori dell’area salentina, a cavallo tra le province di Brindisi, Taranto, Lecce.Il santuario di Santa Lucia a Erchie, la chiesa rupestre di San Pietro di Crepacuore nelle campagne di Torre Susanna e quella madre di Manduria, la fortezza di Avetrana, solo per citare alcuni degli interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio architettonico dell’area. Ma il consorzio Terre del Primitivo ha portato avanti altre iniziative a sostegno delle attività produttive: ha contribuito alla nascita di nuovi B&B oltre aver sostenuto le aziende a diversificare le produzioni in agricoltura.
Investimenti di largo respiro e puntate alla valorizzazione di un territorio, quello sud occidentale della regione che raccoglie i frutti di un lungo lavoro nell’ambito dello sviluppo sostenibile. I prodotti di questa terra, dal vino all’olio passando per i formaggi e la frutta, vivono una nuova giovinezza puntando su una qualità nostrana altra che saprà sedurre anche il viaggiatore meno esperto. Lo stesso che si incanterà nel vedere qui le vestigia delle diverse civiltà: da quella ellenica, di cui le mura messapiche sono il segno più evidente, a quella romana e bizantina. Ed è proprio percorrendo l’arte e la storia di quest’area che si arriva ad apprezzare lo spirito che anima il Salento meta appetibile per un turismo variegato.

lunedì 7 settembre 2009

Scaldatelli pugliesi.

INGREDIENTI
500 g di farina, 1 cucchiaino di sale, acqua tiepida, 50 g di olio, 1 cucchiaino di seme di finocchio
PROCEDIMENTO
Impastare tutti gli ingredienti per molto tempo fino a quando la pasta è liscia. Stendere la pasta su una tavoletta e formare dei cerchi.Riempire una pentola d’acqua e mettere a bollire l’acqua,quando l’acqua bolle mettere cinque o sei taralli per volta nella pentola per 5 minuti.Una volta raffredati e asciugati bene cucinarli nel forno per circa 30 minuti a 180 gradi.

mercoledì 2 settembre 2009

Aglianica Wine Festival a Melfi.

In programma da venerdì 4 a domenica 6 settembre a Melfi in provincia di Potenza, "nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria" come amava definirla Federico II, per l'undicesimo anno si svolgerà l'Aglianica Wine Festival, "affascinante connubio tra vino, cultura, arte e musica. Una proposta ricca e variegata, con un programma di laboratori, performance e spettacoli che animeranno la Piazza del Duomo di Melfi". Un programma dove, come si può leggere sul sito Internet della manifestazione, nella parte relativa al programma generale, c'è veramente di tutto, tante degustazioni, molte delle quali curate dall'A.I.S. Basilicata, stand espositivi, mostre d'arte, e poi ancora degustazioni guidate, di vino, ma anche di pregiate specialità alimentari, laboratori (qui in dettaglio il programma), spettacoli musicali, incontri con produttori, celebrazioni enoico-musical-artistiche del centenario del Futurismo, la proiezione del Film inchiesta "Terra Madre" di Ermanno Olmi, incontri, occasioni di dibattito e di discussione sull'affascinante tema dell'Aglianico e della sua centralità nel panorama vitivinicolo del Sud. Tra gli eventi più interessanti, venerdì 4 alle 19.30 e poi alle 20.30, divisa in due parti, la degustazione intitolata Le declinazioni dell'Aglianico: il 2004 in Vulture, Irpinia, Sannio, Cilento e Puglia, guidata dal giornalista del Mattino di Napoli Luciano Pignataro, quindi alle 21.30 un'altra degustazione d'autore, Aglianico del Vulture, il gusto sud, curata da Gigi Brozzoni del Seminario Permanente Luigi Veronelli. Sabato 5 alle 18.30, ancora curato da Brozzoni l'incontro con Valentina Argiolas dell'omonima celebre azienda sarda, con degustazione dei vini dell'azienda, seguito alle 20 dal concerto di Arrigo Cappelletti, uno dei maggiori pianisti Jazz italiani, che si esibirà in un'originale dedica al Futurismo, improvvisando liberamente sugli stimoli sensoriali del vino e delle poesie di Depero. Alle 21.30., con la collaborazione di Dante del Vecchio e dell'A.I.S. Basilicata il presidente del Wine Festival di Merano Helmuth Koecher guiderà la degustazione Aglianico Grande Vino, con l'Aglianico a confrontarsi con altri grandi vini italiani. Domenica 6 alle 18.30 sarà di scena Franco Ziliani, con una singolare degustazione intitolata Aglianica incontra le Marche, tasting nel corso del quale si porrà a confronto tre Aglianico del Vulture e tre Rosso Conero, accompagnati dai salumi tipici delle due regioni. Anche questa iniziativa con la fattiva collaborazione dell'A.I.S. Basilicata.

venerdì 21 agosto 2009

Manifesto della filosofia alimentare mediterranea,

Benvenuto Cestaro nutrizionista dell’Università di Milano, Carlo Cannella presidente INRAN, Giorgio Calabrese nutrizionista e scrittore, Carlo Petrini presidente Slow Food Internazionale hanno approvato il “Manifesto orgoglioso” della filosofia alimentare mediterranea. Questi i punti salienti cui deve attenersi chi desidera mangiar sano e vivere in salute:
1) Aumentare le quantità giornaliere di frutta e verdura fresche di stagione, possibilmente biologiche, di tutti i colori, per fare il pieno di vitamine e antiossidanti
2) Privilegiare il consumo di olio extravergine di oliva (possibilmente crudo e di qualità certificata) sostituendolo agli altri grassi vegetali e animali: oli di semi, margarina, burro, strutto.
3) Variare il consumo di carboidrati, alternando al grano: riso, farro, orzo, miglio, kamut e altri, nelle giuste quantità e preferibilmente integrali (più ricchi in fibre)
4) Sfruttare al meglio le risorse di gusto e aroma degli odori e dei sapori mediterranei (alloro, cipolla, finocchio, rosmarino, basilico, prezzemolo, aglio, timo, peperoncino, menta, sedano scalogno, carote…) usarli di più per diminuire l’uso e abuso di sale
5) Ridurre il consumo di carne rossa portandolo ad una o al massimo due porzioni a settimana, sostituendolo con le proteine nobili contenute nei legumi, nel pesce e se mai nelle carni bianche.
6) Limitare il consumo di bibite gassate a base di zucchero o di dolcificanti e concedersi invece, con un bel sorriso, uno o al massimo due bicchieri di vino, preferibilmente rosso, durante i pasti
7) Bere molta acqua naturale, meglio se del rubinetto e ridurre il consumo di caffè.
8) Cercare di mangiare seduti a tavola, apparecchiata secondo i canoni mediterranei, con il giusto tempo, evitando fretta e distrazioni esterne( Tv, giornali, I pod, telefonino): Godere della buona compagnia, durante la preparazione del cibo e della tavola stessa.
9) Evitare i cibi che contengono conservanti artificiali, grassi trans idrogenati, additivi e coloranti. Leggere bene le etichette prediligere la frutta ed i cibi genuini alle merendine industriali e agli snack impacchettati.
10) Acquistare il fresco e lo sfuso più che i prodotti confezionati, cercando di prediligere quelli locali e tipici.
11) Non abbondare nelle porzioni cercando di variare il più possibile la propria scelta alimentare, il motto deve essere: più qualità e meno quantità!
12) Ogni tanto concedersi uno strappo al manifesto …

Orgoglio mediterranea.

Si contano in 4000 quelli di…Orgoglio Mediterranea. Ecco il successo registrato dalla prima giornata mondiale dedicata alla filosofia dell’alimentazione mediterranea, ideata da Fede&Tinto - Federico Quaranta e Nicola Prudente, autori e conduttori del programma Decanter di Rai Radio2 e volti di Linea Verde Orizzonti di Rai Uno, realizzata con il contributo del MIPAAF che si è svolta dal 27 febbraio al 1 marzo, in occasione della nuova tappa a Napoli del Salotto degli Oli Dop del premio Sirena d’Oro di Sorrento, l’unico concorso nazionale dedicato agli oli Dop, a denominazione di origine protetta promosso dall’Assessorato all’Agricoltura e alle Attività Produttive della Regione Campania con Città di Sorrento e la partecipazione di Associazione Nazionale Città dell’Olio, Oleum, Federdop e Ice. Oltre all’adesione in diretta del Ministro Luca Zaia, tanti gli ascoltatori stranieri che hanno scritto dagli Usa, dall’Inghilterra, dal Venezuela, dall’Argentina, da Parigi, da Toronto, dalla Slovenia e non solo che si sono uniti ad Associazioni importanti come la Federazione Italiana Cuochi, l’Accademia Nazionale Italcuochi, le Osterie il Mangiarozzo di Carlo Cambi, direttore della testata Wine Passion, Eurochocolate di Perugia il Consorzio Parmigiano Reggiano e Eataly di Torino che durante la diretta radiofonica del Salotto degli Oli Dop dal Monastero di Santa Chiara di Napoli, ha aderito alla manifestazione organizzando, per sabato 28 febbraio, la prima notte bianca dell’alimentazione mediterranea. Sono più di 400 i ristoranti che hanno invece dedicato menù speciali nei loro locali tra i quali più di 100 della Fipe, 32 dell’Accademia Cuochi di Marca, 17 ristoranti Rai Sodexo, 16 dei Jre, 7 dell’Associazione Qualità Abruzzo, 12 della Catena Accorhotel, oltre ai ristoranti di Identità Golose, della Guida Bibenda e del Club Papillon. Importante il contributo istituzionale del convegno che si è svolto la mattina di sabato 28 febbraio dal tema “Prima Giornata Mondiale dell’Alimentazione Mediterranea – Orgoglio Mediterranea” moderato da Fede&Tinto che vantava nomi degni di nota come Daniele Bianchi, membro del Gabinetto della Commissaria Fischer Boel, l’Europarlamentare Vincenzo Lavarra della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Mariella Passari, dirigente Regione Campania, Laura La Torre, DG Controllo – Ispettorato MiPAAF, Raffaele Sacchi, docente all’Università di Napoli, prof. Benvenuto Cestaro direttore della Scuola di Scienze dell’Alimentazione a Milano, Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Vincenzo Massari, presidente di Federdop, Alfonso Iaccarino, ristorante Don Alfonso 1890 e Adua Villa, sommelier e assaggiatrice della Prova del Cuoco che il Sirena d’Oro ha voluto premiare come Donna dell’Olio Dop 2009.
Insieme alla Regione Campania che ha ospitato la manifestazione anche la regione Emilia Romagna, Puglia e Marche hanno contribuito al successo di adesioni all’iniziativa. Ai microfoni di Decanter hanno inoltre sfilato voci illustri: da Giancarlo Magalli a Lino Banfi, da Fabrizio Del Noce a Max Biaggi, da Gene Gnocchi a Cesare Cremonini, da Beppe Severgnini a Massimo Boldi, da Bruno Vespa a Lamberto Sposini e a Gioacchino Bonsignore, da Paolo Bonolis a Flavio Briatore ma Orgoglio Mediterranea è stato, soprattutto, di tutti gli italiani che il 28 di Febbraio si sono attenuti e riconosciuti nel particolare identi-kit del manifesto orgoglioso della filosofia alimentare mediterranea, sottoscritto tra gli altri dal professor Carlo Cannella, presidente INRAN, Prof. Giorgio Calabrese, docente di nutrizione umana Università Cattolica di Piacenza, università di Torino, professor Benvenuto Cestaro, professore di chimica biologica e biochimica della nutrizione presso la facoltà di Medicina dell’ Università degli studi di Milano,e da Carlo Petrini, presidente Slow Food Internazionale. Un successo che parla mediterraneo, quindi, quello del Salotto degli Oli Dop d’Italia e della prima giornata dedicata alla filosofia dell’alimentazione mediterranea che dal 27 febbraio al 1 marzo ha accompagnato il pubblico tra i minicorsi di assaggio, le degustazioni gratuite aperte a tutti e la Scuola di Cucina, sotto le note della sigla “DecanterOne” appositamente composta e regalata dal cantante Alex Britti.

La capra garganica: presidio Slow Food pugliese.

La capra garganica, nel dialetto locale razza nustrala, è un' antica razza autoctona originaria del promontorio del Gargano, zona in cui l'allevamento ha sempre avuto un ruolo fondamentale per l'economia. Negli ultimi anni, però, il numero dei capi è drasticamente diminuito e questo nonostante le caratteristiche di rusticità e adattabilità della razza, che la rendono perfetta per l'ambiente pedoclimatico garganico. Ha duplice attitudine, da latte e da carne, allevata allo stato brado, è immediatamente riconoscibile alla vista: pelo lungo, liscio e corvino, testa caratterizzata dal ciuffo e dalla lunga barba sotto il mento, corna un po' appiattite lateralmente, ritorte e con le punte divergenti a descrivere un arco. Il latte della capra garganica è per tradizione utilizzato per la produziane di alcune tipologie di farmaggio: il canestrato, da consumare fresco a da grattugia, in base alla stagionatura più a meno protratta nel tempo, e il cacioricotta. Le forme di canestrato sono, in genere, non troppo grandi, per la limitata quantità di latte prodotta dalla capra, hanno crosta marrone chiaro e pasta paglierina, dalla consistenza friabile, con profumo intenso che si connota con sentori di erbacea e di frutta secca, e sapore più aromatico e piccante man mano che la stagionatura si prolunga nel tempo. Il cacioricotta, invece, sempre prodotto in piccole quantità, è nato per utilizzare tutte le proteine del latte, camprese quelle della ricotta. Era il farmaggio storicamente legato ai territori più impervi dove la capra era chiamata, non a caso, vacca dei poveri. In queste zone la civiltà pastorale della transumanza richiedeva che il cibo potesse essere conservato per i mesi invernali e la garganica era utilizzata oltre che per la produzione dei formaggi anche per la muscisca. L'origine della parola è araba, da mosammed (cosa dura), e indica la carne di capra piuttosta magra, disossata e tagliata a pezzi che viene prima salata e insaporita con aglio, finocchio selvatico e peperoncino, e pai fatta essiccare all'aria in modo naturale. Agosto è il mese indicato per gustare la sua carne ed approfittare delle sagre ad essa dedicate.

martedì 18 agosto 2009

Basta fermiamoli!

Un’orgia di sagre e manifestazioni enogastronomiche stanno travolgendo l’estate italiana.
Continuano anche gli stillicidi di premi estivi a produttori, cantine, giornalisti, ecc. premi e attestati “patacche” da parte di Ordini, Confraternite, Enti e Associazioni che si squagliano alla prima pioggia di agosto, con tanto di premi, coccarde, attestati e ceralacche che valgono come il due a briscola.
E l’eccellenza dell’enogastronomia italiana va a farsi benedire nell’orgia di queste sagre che nascono come i funghi, senza uno scopo o una tradizione, nel solo interesse e scopo di raccattare qualche denaro, vendendo prodotti pessimi spacciati come eccellenze.

sabato 1 agosto 2009

L'agroalimentare entra nel mercato inglese.

Il prossimo settembre a Londra, tre iniziative collegate tra di loro, si presentano come un’interessante opportunità per le imprese del settore agroalimentare di penetrazione e potenziamento commerciale nel mercato Uk. Le attività previste sono :
1)Presenza con stand presso lo Speciality & Fine Food Fair di Londra, appuntamento che vede la partecipazione di importanti buyers del settore food & drink. Un evento ormai giunto alla sua 10ma edizione, all’interno del quale ci sarà anche lo Speciality Chocolate Fair. Info e approfondimenti: http://www.specialityandfinefoodfairs.co.uk/
2) Degustazione, presentazione e vendita presso il Queens Club.Fondato nel 1886 il Club offre ai suoi membri un elegante ristorante e un museo. E’ in questa cornice che importatori e buyers del settore agroalimentare saranno invitati per un momento di contatto riservato con le aziende, attraverso la degustazione dei prodotti. Info e approfondimenti: http://www.queensclub.co.uk/
3) Presentazione presso Partridges, catena commerciale di antica tradizione. Partridges è sicuramente conosciuto per le sue specialità nel settore food, con una vasta gamma di prodotti provenienti non solo dalla Gran Bretagna ma da tutto il mondo Info e approfondimenti: www.partridges.co.uk/
I servizi messi a disposizione comprendono assistenza tecnica, logistica ed organizzativa con 2 mesi di follow up fino all’ 8 novembre.

domenica 26 luglio 2009

Giornate Studio Mediterranee su "Qualità e Sicurezza Alimentare"

Le conclusioni della Conferenza internazionale al Cairo promossa dal Consorzio RIFOSAL dell'Università della Tuscia di Viterbo, dall'Università di Siena e dall'Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC). Oltre duecento partecipanti provenienti da diversi Paesi mediterranei (Egitto, Italia, Francia, Marocco, Tunisia, Libano e Turchia), una platea composita di esperti, istituzioni, università, imprese e stampa specializzata del settore agro-alimentare oltre che del settore turistico hanno animato il dibattito della terza conferenza della edizione 2008-2010 delle "Giornate Studio Mediterranee su Qualità e Sicurezza alimentare".
La Giornata Studio del Cairo, dopo quelle di Roma e Tirana, si è concentrata sul tema della valorizzazione della qualità e dell'identità delle produzioni dei Paesi mediterranei, a partire dalle peculiarità del modello agricolo e delle tradizioni alimentari, arrivando al ruolo che l' agricoltura di qualità e la dieta mediterranea possono giocare nello sviluppo e nella promozione di un modello mediterraneo.Nel protocollo finale è stato sottolineato come "Agricoltura biologica, Indicazioni Geografiche Protette e Denominazioni di Origine Protetta siano da considerarsi modelli produttivi strategici con particolare riferimento al ruolo che i prodotti di queste eccellenze possono svolgere sui mercati locali, aumentando la consapevolezza dei consumatori e favorendo l'accesso al mercato delle agricolture locali anche attraverso i canali della ristorazione e del turismo. Con un valore aggiunto: il rafforzamento dell'immagine del modello mediterraneo nel mondo".
I lavori della Conferenza al Cairo sono stati anche una occasione importante per avviare concrete azioni di collaborazioni tra Italia ed Egitto su questi temi. Il Consorzio italiano RIFOSAL e il Centro di Ricerche del Ministero dell'agricoltura Egiziano, organizzatori della Conferenza e firmatari di un accordo di collaborazione quinquennale nel campo della qualità e della sicurezza alimentare, hanno annunciato l'avvio di due progetti di partenariato. Il progetto PRIM-E (Euro-Mediterranean Information and Research Points) che prevede la realizzazione di una rete di punti informativi Euro-Mediterranei al servizio delle imprese che operano nel settore agricolo, alimentare e del turismo, con l'inaugurazione del primo centro PRIM-E operativo al Cairo già a partire dal 2010; il progetto ENJOY MED, evento fieristico e televisivo gastronomico- culturale itinerante che partirà da Barcellona nella primavera del 2010, con una carovana di tir che sostando nelle principali capitali del nord Europa, farà conoscere i prodotti, le cucine, e le regioni del Mediterraneo.
La Giornata Studio si è conclusa con una serata di gala introdotta dalla presentazione di un buffet a base di prodotti biologici certificati curato dagli chefs del Cairo Marriott Hotel secondo le preparazioni originali della millenaria tradizione egiziana, che saranno prossimamente pubblicate in un libro di ricette.
Il prossimo appuntamento delle GSM è previsto per Novembre 2009 a Istanbul, Turchia.
Le "Giornate Studio Mediterranee su Qualità e Sicurezza Alimentare" (GSM) sono una iniziativa del Consorzio RIFOSAL, ente italiano senza scopo di lucro promosso dall'Università della Tuscia di Viterbo, dall'Università di Siena e dall'Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia (AN). Le GSM sono organizzate in cooperazione con il Centre International des Hautes Etudes Agronomiques (CIHEAM), l' Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, la Federazione Internazionale dei Produttori Agricoli (IFAP), la Missione Italiana permanente presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra, con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentare e forestali (Mipaaf) e l'Osservatorio del Mediterraneo.

sabato 25 luglio 2009

Ecco come si promuove una Dop.

di Maria Carla Squeo tratto da http://www.teatronaturale.it/articolo/7215.html
Gli extra vergini della Riviera Ligure parlano ai consumatori.
Avviata una campagna promozionale a tambur battente. Con manifesti che invitano ad assaggiare la Liguria. Con una guida per futuri chef. E con azioni di formazione negli istituti alberghieri.
In vista del grande flusso di turisti e viaggiatori che in parte già confluisce nei luoghi di grande attrazione della regione, il Consorzio per la Tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva Dop Riviera Ligure ha pensato di dare il via alla campagna promozionale dal titolo “Assaggia la Liguria. Una campagna massiccia e poderosa, ideata per lasciare un segno importante. Infatti già a partire dal 22 luglio sono visibili, in diversi formati, una serie di manifesti nei quali compare una bottiglia di extra vergine Dop Riviera Ligure che invita materialmente ad essere degustata. Addirittura da essere presa a morsi, per quanto buono è l'olio che vi è contenuto. Altro che 100% italiano, qui si va ancora più nello specifico e si lancia il 100% ligure. Nell'invito che appare sul manifesto si legge infatti: "chiedilo nei negozi o nei ristoranti". Lo slogan forte su cui si fonda la campagna promozionale non lascia dubbi: "Assaggia la Liguria". Itinerari dei profumi e dei sapori prevederanno una apposita carta degli oli, con almeno due o tre tipologie di extra vergine. La ristorazione dovrà rispondere a tale sollecitazione. Anche nella promozione dei vini liguri si cerca di affiancare sempre gli oli. Il giornalista ed oleologo Luigi Caricato ha elogiato il lavoro svolto dal Consorzio, partendo dai riscontri che si possono proprio in questi giorni ricavare dal quinto monitoraggio Federolio sul commercio degli oli di oliva in Italia. "La Dop Riviera Ligure - ha dichiarato Caricato - fa egregiamente la sua parte, e proprio per questo non può che insistere nel promuovere il proprio olio. I dati diffusi dalla Federolio parlano chiaro. Sul fronte degli acquisti, in un quadro generale più che desolante - dal momento che le quote di olio a marchio Dop si sono attestate sullo 0,4% - gli extra vergini Dop liguri si piazzano al secondo posto dopo l'Igp Toscano con una quota del 10,6%. Non è da sottovalutare tali dati, considerando anche il fatto che mentre si è verificata nel corso del 2008 una notevole contrazione sul fronte degli acquisiti, la Dop Riviera Ligure non soltanto ha tenuto, ma vanta un + 100% rispetto ad altre Dop in caduta". Caricato prosegue, evidenziando le buone performarce anche sul fronte delle vendite di oli Dop da parte delle aziende monitorate da Federolio. "Nel 2008 tra le vendite del confezionato la Dop Riviera Ligure si piazza bene, al quarto posto dopo Dop Terra di Bari, Igp Toscano e Dop Umbria. "Il direttore del Consorzio Giorgio Lazzaretti entra nel dettaglio e parla di 3 mila manifesti e di due periodi di affissione. Ma insieme alla campagna “Assaggia la Liguria”, sono state presentate il 22 luglio anche altre due iniziative del Consorzio: il percorso di “Educazione al gusto: la Dop Riviera Ligure negli istituti alberghieri”, che ha portato assaggiatori e professionisti del settore a fare lezione all’interno degli istituti alberghieri liguri e piemontesi (e prossimamente anche in Lombardia e Valle d’Aosta), azione finalizzata alla sensibilizzazione all’utilizzo da Dop Riviera Ligure; e, a seguire, la Guida pratica a uso dei futuri chef per un giusto approccio a tavola e in cucina, realizzata dall'oleologo Luigi Caricato. Si tratta di lavorare indefessamente spingendo sempre più i consumatori verso la Dop Riviera Ligure. E per far questo occorre inevitabilmente ricorrere al mondo della ristorazione, non si può fare certo a meno. Occorre promuovere e diffondere la conoscenza del marchio Dop Riviera Ligure avvicinando al prodotto il consumatore, ma anche i ristoratori e i futuri chef, spingendo così i produttori a aumentare la produzione di olio certificato e garantito dalla denominazione di origine protetta. D'altra parte all’interno di un mercato sempre più complesso e concorrenziale, il prodotto 100% italiano non basta più. Si rende necessario distinguersi con un prodotto dalle caratteristiche uniche, controllato e garantito prima e dopo la fase dell’etichettatura. E' bene ricordare come tempo fa aveva preso il via l'azione di vigilanza programmata dal Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure presso i punti vendita di diverse regioni italiane attraverso il proprio agente vigilatore, segue il prodotto immesso in commercio anche con le analisi dell’olio che il consumatore trova sullo scaffale. Ora non resta che attendere le prossime novità di un Consorzio molto attivo, capace di guardare al futuro con occhi sereni.

Baba Ghannouge – Melanzane alla crema di sesamo

E' uno dei piatti che fa sempre parte di un Mazzeh (la composizione di antipasti libanesi).
Tempi di preparazione: 45 minuti circa;
Difficoltà: media;
Costo: economico.
Ingredienti:
2 Melanzane
2-3 gr. di sale (½ cucchiaino)
2 spicchi d'aglio
½ tazza di Tahina (crema di sesamo) (Al Wadi Al Akhdar)
50 ml di succo di limone (2 limoni)
10-15 ml. d'olio d'oliva (2-3 cucchiai)
Preparazione:
1. Dopo avere lavato le melanzane grigliatele intere nel barbecue alla bracce (in alternativa potete grigliarle direttamente sulla fiamma della fornello o al forno); ricordatevi di girare le melanzane di tanto in tanto; durante la cottura le melanzane si retraggono di volume e a fine cottura si presentano “ammosciate”;
2. Rimuovere la buccia carbonizzata delle melanzane e lasciatele scolare;
3. Sbucciate gli spicchi d'aglio e pestatele finemente nel mortaio insieme al sale;
4. Mescolate l'aglio pestato alle melanzane e pestate nuovamente il preparato quindi aggiungete la Tahina (crema di sesamo) e poi il succo di limone;
5. Disponete il vostro Baba Ghannouge in un piatto in modo da avere una nicchia ampia al centro dove cospargerete l'olio d'oliva; si può anche decorare il piatto con del prezzemolo tritato e servire.

mercoledì 22 luglio 2009

Una semplice ricetta mediterranea dal cuoco napoletano, che è anche un agricoltore biologico

Una ricetta di Alfonso Iaccarino.
Paccheri di Gragnano al tonnetto fresco, peperoncini verdi e origano
Ingredienti per 4 persone
320 g di paccheri1 dl di olio extravergine di oliva
200 g di filetto di tonno fresco
50 g di pesce
300 g di peperoni verdi1 spicchio d'agliosale
5 g Origano
Procedimento
1) friggere i peperoni e l'aglio in olio. Quando i peperoni sono cotti, togliere l'aglio e lasciare che fondono. Passarli al setaccio per ottenere una crema di peperoncino verde.
2) Tagliare il tonno a dadini e farlo molto brevemente in una padella. Alla fine aggiungere un pizzico di origano secco.
3) Cuocere le paccheri e toglierli dall'acqua quando ancora molto al dente.
4) Preparare una base con olio extravergine di oliva, l'aglio e il peperoncino verde crema (punto 1). Aggiungi un po 'di pesce e terminare la cottura la pasta in questa miscela.
Prima di servire, aggiungere il tonno e un pizzico di origano.
NB. Occorre cucinare il tonno solo molto brevemente.

venerdì 17 luglio 2009

Fiera del Gusto 2009 Vieste

Ci si prepara al tutto esaurito per la seconda fiera enogastronomica prevista sul Gargano a Vieste. E non solo perché alberghi e strutture ricettive stanno ricevendo prenotazioni da parte dei turisti proprio per la settimana dal 15 al 21 luglio; ma perché stanno arrivando numerose richiesta di partecipazione di operatori enogastronomici di altre regioni italiane. tra gli espositori previsti, non ci saranno solo quelli del Gargano, della Capitanata e della Puglia ma anche numerosi espositori di prodotti tipici e di nicchia della Calabria, Marche, Molise, Abruzzo, Basilicata. Nella fiera ci sarà spazio per i prodotti enogastronomici di nicchia, per le strutture turistiche ricettive e della ristorazione tipica e per i produttori e distributori di tecnologie e servizi all'impresa. Non mancheranno percorsi enogastronomici e degustazioni, show culinari con chef internazionali ed eventi culturali. ' ' L'obiettivo che ci siamo dati con la fiera del gusto e del turismo enogastronomico è quello di esplorare un percorso parallelo a quello del turismo classico legato alla vacanza al mare ' - valorizzando anche l'entroterra mettendo insieme le nostre risorse che poi sono la specificità anche del Parco Nazionale del Gargano». Una fiera che guarda, anche all'entroterra dei Monti Dauni, uno scrigno di tesori culinari che, se ben valorizzati, potrebbero cambiare il volto di questa parte del territorio della Capitanata.PadiglioniSarà il primo di una serie di grandi eventi sul Gargano la seconda edizione della fiera del gusto e del turismo enograstronomico fissata dal 15 al 21 luglio.

Tipica 2009 a Castellana Grotte

Periodo: dal 18 al 26 luglio 2009. Il turismo enogastronomico in Puglia diventa sempre più un fenomeno in crescita, proprio in questa magnifica regione, scenario di paesaggi mozzafiato ed antiche tradizioni culinarie che si svolgerà la seconda edizione di Tipica, il festival dell'enogastronomia e delle tipicità pugliesi, a Castellana Grotte dal 18 al 26 luglio. Una fiera del gusto contenitore di sorprese da vivere e da assaporare che in questa edizione 2009 vuole sedurre e deliziare i turisti e i visitatori locali grazie ad una combinazione perfetta di prodotti tipici, gourmet e comicità. Teatro di questo evento saranno le Grotte di Castellana, un complesso di cavità sotterranee di origine carsica di grandissimo interesse dal punto di vista speleologico e turistico. Quest'anno le grotte si lasciano ammirare anche di notte, sarà inoltre possibile visitare lo scrigno d'alabastro sotterraneo scegliendo tra due tipologie di percorsi. I turisti potranno assaggiare le tipicità della Valle D'Itria, passeggiando attraverso le vie del gusto o attraversando la piazzetta dei sapori, dove vari stand espositivi si aprono alla curiosità dei visitatori per conoscere, acquistare e degustare le eccellenze e le prelibatezze pugliesi. Il profumo inebriante dei prodotti tipici e le migliori tradizioni gastronomiche si alternano e si mescolano con la presenza dei più importanti e rinomati chef pugliesi in un binomio travolgente di allegria e di divertimento con i più famosi comici pugliesi. Un nuovo modo di coinvolgere i sensi attraverso una formula innovativa: lo Showcooking mette in scena gli chef che si esibiscono nella preparazione di piatti esclusivi accompagnati dalla verve irrefrenabile dei comici che coinvolgono gli ospiti e il pubblico in un talk show esuberante. Un viaggio tra tipicità, gourmet e una comicità esilarante: nove giorni di spettacolo pugliese.

Civiltà cristiana ed islamica unite a tavola.

Forse Federico II di Svevia, percorrendo la strada verso la fedele Andria, assaggiò l'olio e il vino di Castel del Monte. Se lo fece, la natura, oltre che la storia, gli dettero un motivo in più per lodare queste terre. Di madre normanna e padre tedesco, l'imperatore Federico II, che visse appunto tra gli innumerevoli castelli di Puglia e la reggia di Palermo, si circondò di dotti arabi, greci ed ebrei, nel ricordo della classicità latina e nel fascino di un'unità culturale europea e italica dalla quale è scaturita la bellezza della dieta mediterranea. Fin dal Medioevo nelle splendide campagne pugliesi si sviluppò il più fiorente mercato agroalimentare del Mediterraneo e Dante già magnificava nella Divina Commedia le "fortunate terre di Puglia". Sempre fedele alla tradizione della migliore produzione di olio di oliva e di grano, la regione ha dato all'Italia il cuore del sistema pastario e oleicolo nazionale. I cibi locali sono stati fortemente influenzati dalla presenza musulmana nella seconda metà del IX secolo e da piatti caratteristici di quella civiltà. La tradizione e la storia hanno fatto della cucina pugliese un'arte capace di fondere la civiltà cristiana con quella islamica, che regnò sulla Puglia fino al 1071, quando l'Impero di Costantinopoli si ritirò in seguito alla pressione normanna. Proprio da un termine arabo sarebbero derivati i nomi dialettali per indicare le tagliatelle. Dei piatti pugliesi, del resto, non si può dire che bene: dalle orecchiette ai latticini, alle pizze con i caratteristici pomodorini, alle fave, ai vini, ai condimenti forti e speziati, echi della civiltà orientale. Come orientali sono i motivi delle sue danze e dei suoi componimenti musicali, quali la tarantella (danza di corteggiamento eseguita da coppie con l'accompagnamento di nacchere e tamburelli), che ha ispirato le elaborazioni e variazioni colte di Carl Maria Von Weber e di Gioacchino Rossini. Bari, Barletta, Trani sono luoghi effigiati nella memoria del nostro popolo per la gloria della storia che hanno testimoniato e l'onore dei vini che hanno prodotto. La ricchezza della produzione enologica pugliese ha fruttato 25 vini Doc locali come il rosso Barletta, l'Aleatico di Puglia e il Moscato di Trani, che rafforzano il gusto cromatico dei 6 vini Igt (Daunia, Murgia, Puglia, Salento, Tarantino e Valle d'Itria). Un trionfo semplice, condito dai 4 oli extravergini (Collina di Brindisi, Dauno, Terra di Bari e Terra d'Otranto) e sottolineato dal forte aroma dei suoi formaggi Dop: il Canestrato Pugliese e il Caciocavallo Silano. Concludendo, un dilemma, lo stesso che un irriverente Andrea Pazienza (il più grande vignettista italiano, nato a Foggia) ha messo in bocca a un Giovanni Paolo II intento a scrutare il cielo: "... e se esistesse veramente?". Di certo - vorremmo aggiungere - si è fermato a mangiare qui.

domenica 12 luglio 2009

A Gradara premiato un olio Palestinese

L'olio palestinese 'Shami Monocultivar', estratto dalle olive degli agricoltori di Boreen (Nablus), ha ricevuto la Gran Menzione nella categoria fruttato leggero all'undicesimo concorso internazionale di olii da oliva "L'Orciolo d'Oro" di Gradara. Si tratta di olio prodotto da piccoli olivicoltori di 9 villaggi di Tulkarem e Nablus, riuniti in gruppi informali e in via di registrazione come cooperative, nell'ambito di un progetto cofinanziato da Unione Europea e Regione Emilia Romagna, con l'assistenza tecnica di esperti italiani. "In questo olio troviamo la sintesi della tradizione palestinese e dell'esperienza italiana" spiega uno di loro, Giuseppe Colantoni. Al progetto partecipano anche l'Ong Gvc (Gruppo di Volontariato Civile), il partner palestinese Uawc (Union of Agricultural Work Committees) e il frantoio Abu Nasser di Boreen. Un risultato "straordinario", secondo gli esperti, soprattutto considerando "le difficoltà e gli ostacoli che gli agricoltori palestinesi devono affrontare nel contesto dell'occupazione israeliana", dove spostare merci e persone è difficile. L'olio estratto fa parte di una linea di prodotti estratti da singole varietà di olivo diffuse in Palestina e rappresenta il primo tentativo, nell'area, di produzione pianificata di oli monovarietali.

Prodotti pugliesi: autostrada della quantità o sentiero della qualità?

Acquista prodotti pugliesi il 75% dei consumatori perché incentivato da una conoscenza diretta (44%) o mosso dalla curiosità (41%), ma anche su consiglio di amici e parenti (30%). E’ quanto emerge dalla ricerca sugli scenari evolutivi del sistema agro-alimentare, un’indagine quanti-qualitativa sugli scenari evolutivi del sistema agroalimentare pugliese, condotta da Swg su un campione di 800 tra consumatori italiani e stakeholders, dove “il contributo esperto degli addetti ai lavori s’incrocia con le percezioni e le esigenze del mondo del consumo italiano, per dare profondità ad un quadro complesso, che in questi anni vive al centro delle dinamiche di globalizzazione e sperimenta le sollecitazioni ad una ristrutturazione tanto profonda quanto inevitabile”, spiega Alessandra Salfi, ricercatrice della società triestina specializzata in indagini demoscopiche.
Dalla ricognizione compiuta da Swg emerge che la vocazione agro-alimentare del nostro territorio risulta ampiamente riconosciuta dai consumatori italiani, che all’interno del panorama delle regioni collocano la Puglia tra il 2° e il 3° posto per la bontà dei prodotti, tra il 3° e il 4° per la genuinità, tra il 4° e il 5° per la qualità, tra il 4° e il 6° per la sicurezza.Un posizionamento di tutto rispetto, dal quale emerge peraltro che “natura, gastronomia e cultura” (i tre pilastri del profilo d’immagine tratteggiato dai consumatori) sono il biglietto da visita di una regione che da qualche anno persegue la sua vocazione turistica e raccoglie oggi i frutti di questo lavoro (il 68% dei cittadini extra-regionali intervistati dichiara, infatti, di aver visitato la Puglia e il 53% lo ha fatto per turismo).Le dichiarazioni sul comportamento d’acquisto chiariscono le dimensioni del fenomeno: degli intervistati, il 75% ha acquistato prodotti pugliesi, incentivato da una conoscenza diretta (44%), mosso dalla curiosità di provare qualcosa di nuovo (41%) o su consiglio di amici e parenti (30%). Si tratta quindi di una scelta consapevole – solo per il 16% guidata dal caso – agevolata anche dalla chiara riconoscibilità della provenienza regionale, ravvisata dall’81% degli acquirenti.
Dall’indagine sugli addetti ai lavori emerge poi che valorizzazione, comunicazione e distribuzione del prodotto pugliese rappresentano gli elementi inscindibili di un approccio commerciale più strutturato, di cui sentono la mancanza soprattutto gli stessi produttori e stakeholders pugliesi.Il quadro delineato dagli operatori si sovrappone in più punti all’immagine percepita dai consumatori italiani: l’agro-alimentare s’identifica con un modello produttivo imperniato su qualità, genuinità e tipicità e che appare frenato da una serie di potenzialità inespresse e da un elevato grado di frammentazione del settore primario, che acuisce la scarsa propensione alla collaborazione e all’innovazione. Sullo sfondo gli intervistati rilevano: un flusso in controtendenza verso il “ritorno alla campagna”, le tensioni legate alla crisi della grande industria e una ristrutturazione del settore che appare inevitabile. Di qui la consapevolezza di essere di fronte a un bivio: “l’autostrada della quantità o il sentiero della qualità?”.
Quale delle due direzioni deve intraprendere il sistema agro-alimentare pugliese? Sono davvero due strade opposte destinate a non incontrarsi?

venerdì 10 luglio 2009

Convegno sull'uva di troia

Si svolgerà domenica 12 luglio, alle ore 18:00 a Troia in largo Cattedrale, il X convegno regionale su “La valorizzazione della filiera vitivinicola per lo sviluppo territoriale”, organizzato da Confcooperative Foggia d’intesa con l’Unione Regionale, Fedagri Confcooperative, il Comune di Troia, l’Associazione Italiana Sommeliers, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia e finalizzato alla promozione dei prodotti del territorio e della cooperazione.
Al convegno sono previsti gli interventi di: Giorgio Mercuri (presidente Confcooperative Foggia), Edoardo Beccia (sindaco di Troia), Cristoforo Pastore (Enologo), Claudio Nigro (docente di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Foggia), Antonio Pepe (presidente Provincia di Foggia), Nino Santarella (assessore prov.le alle Risorse Agricole), Giovanni De Leonardis (consigliere Regione Puglia), Enzo Russo (assessore alle Politiche Agricole Regione Puglia), EliseoZanasi (presidente Camera di Commercio di Foggia), Barbara Matera (Europarlamentare). Modererà i lavori Matteo Cuttano (vicesindaco Comune di Troia).
Al termine del Convegno seguirà un percorso eno-gastronomico lungo i borghi antichi del centro storico.
L’itinerario organizzato fra le vie del centro della città di Troia consentirà di degustare il vino prodotto con il vitigno Uva di Troia, accompagnato da prodotti gastronomici tipici del territorio del Subappennino Dauno ed arricchito da un piacevole intrattenimento con musica dal vivo.
I vini offerti durante la degustazione, sono prodotti dalle seguenti cantine cooperative:
Cantina “Coppa d’Oro”, Cantina “Grifo” di Ruvo di Puglia, Cantina Sociale di Barletta, Cantina Sociale “l’Antica Cantina” di San Severo, Cantina Sociale di Locorotondo, Cantina Sociale “Apulia” di Stornara, Coop.va Borgo Liberta’ di Cerignola, Coop.va Svevo Cantina Sociale di Lucera, Coop.va Vinicola Olearia Ort.la tra Coltivatori Diretti S. Ferdinando di Puglia, Coop.va fra Produttori Agricoli del Nero di Troia, Coop.va Agricola fra Produttori Agricoli di Trinitapoli, Cantina Sociale di Ortanova, le Terre del Catapano di Troia.

domenica 5 luglio 2009

Un sito web per parlare di marketing alimentare

Grazie alla collaborazione di piú professionisti del settore sul web è da poco nato http://www.marketingalimentare.it/
Si parla di marketing alimentare e di tutto ciò che interessa questo settore. Oltre a trovare articoli interessanti è possibile intervenire con proprie idee e d iniziative.
Ho trovato interessante quest'articolo di Marica Fonti: La "ricetta" del successo.
Per chi crede che il marketing non abbia più nulla da dire e che la comunicazione pubblicitaria abbia raggiunto i suoi massimi livelli, sarà interessante scoprire come l’ultima tendenza in fatto di advertising non sia chissà quale trovata futuristica, ma una più semplice rivalutazione del cibo quale mezzo, strumento, gancio per promuovere, far conoscere, esaltare un prodotto o servizio, che nulla ha a che fare con la gastronomia… almeno all’apparenza.
Se è vero che il cibo fin dalla concepimento di un essere vivente è il mezzo principale per relazionarsi con il mondo esterno, perché ignorarne le potenzialità, non tentare di andare oltre la sua funzione primaria e non cogliere il senso di queste relazioni?
Da sempre il cibo è considerato un elemento di importanza vitale, oltre che espressione delle diverse civiltà e collante nelle relazioni interpersonali.
Forse non ci è mai capitato di pensare a quanto il cibo possa dividere le persone se diventa simbolo di diversità, (religiose, culturali o semplicemente gastronomiche) o quanto possa unire laddove diventa momento di condivisione o di accettazione dell’altro.
Ci hanno invece pensato i marketers più illuminati, che ne hanno compreso le potenzialità comunicative trasformandolo in un veicolo pubblicitario dalle infinite possibilità.
Ad oggi sono diverse le aziende che fanno del cibo il centro della propria attività proponendolo come efficace veicolo di messaggi pubblicitari.
Un esempio?
Quadò, azienda di servizi specializzata nella fornitura alle aziende alimentari di ricette della cucina italiana ed internazionale, studiate ed appositamente realizzate per adattarsi alle richieste dei clienti e dare valore aggiunto al messaggio promozionale.
Esemplare l’idea di un ricettario dedicato al tema “Happy hour”, che Quadò ha realizzato ad hoc per promuovere la nuova linea di coltelli Carat, per l’azienda Fiskars, all’interno di un punto vendita. In occasione della presentazione della nuova linea, sono state proposte le ricette ai convenuti che sono poi stati omaggiati del ricettario in questione. Ecco che quindi il messaggio pubblicitario non si risolve più nella sola descrizione delle caratteristiche e dei punti di forza del prodotto, ma diventa un vero e proprio momento evocativo dove il cibo cattura l’attenzione del cliente facendo leva sui fattori sensoriali.
E’ proprio il caso di dire “prendere il cliente per la gola”!
Per concludere è innegabile quindi che il cibo sia l’ultima frontiera del marketing e in un periodo di crisi economica dove il settore alimentare, assieme a pochi altri, non avverte cali, perché non cominciare a pensare che un piatto bello e buono non possa dare forza ed efficacia alla pubblicità del futuro?

La dieta bio-mediterranea per il fine settimana.

L'elemento portante sono i prodotti biologici, proprio per la significativa capacità antiossidante, superiore - dal 10% al 300% circa - rispetto ai prodotti convenzionali. Il Biologico sta vivendo un importante momento in quanto crea prodotti in grado di soddisfare la sempre più crescente domanda di sicurezza alimentare, tutela ambientale, qualità organolettica e nutrizionale e dà quindi risposte concrete alle esigenze dei consumatori che pongono maggiore attenzione alla sostenibilità e al benessere. “La proposta dietetica Bio-mediterranea è altamente salutare – commenta la Laura Di Renzo, esperto di genomica nutrizionale presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, Cattedra di Alimentazione e Nutrizione Umana – Parliamo anche di una proposta ricca di antiossidanti tanto che la capacità antiossidante totale espressa in Unità ORAC è quotidianamente superiore alle 15.000 Unità (dose raccomandata 5000 Unità ORAC)”.Roberto Pagliuca, Segretario Generale di FederBio, aggiunge: “La nostra Federazione si sta da tempo attivamente impegnando anche nella promozione della conoscenza e del valore e dunque del consumo del Biologico, oltre che come risposta concreta alla ricerca di soluzioni e modelli di sviluppo sostenibili, anche come scelta quotidiana di chi, oltre alla salute del Pianeta, abbia a cuore la salute e il benessere propri”.
Una dieta quindi salutare, sana e soprattutto buona, per tre giorni a tutto biologico:
PRIMO GIORNO
Colazione
LATTE PARZ.SCREMATO: 250g, 116 kcal
PANE DI FRUMENTO: 40g, 116 kcal
MARM.100%FRUTTI DI BOSCO: 10g, 16 kcal
Spuntino
CILIEGIE: 150g, 57 kcal
Pranzo
RISOTTO CON RADICCHIO ROSSO: 404 kcal

INSALATA DI POMODORI: 250 g, 43 kcal
ACQUA GASSATA
Spuntino SUCCO DI MIRTILLI:150 g, 37 kcal
Cena
INSALATA DI VERDURE FRESCHE: 49 kcal
PESCE SPADA AI FERRI: 309 kcal
PANE INTEGRALE: 50 g, 112 kcal
INFUSO DI THE VERDE: 1 kcal
SECONDO GIORNO
Colazione
YOGURT PARZIALMENTE SCREMATO ALLA FRUTTA: 125g, 82 kcal
PANE AI CEREALI: 40g, 82 kcal

MARMELLATA AI FRUTTI DI BOSCO: 5g, 12 kcal
Spuntino
ALBICOCCHE: 150g, 42 kcal
Pranzo
JULIENNE DI CAROTE PROFUMATA: 142 kcal
PENNE FREDDE E PEPERONI: 381 kcal
ACQUA GASSATA

Spuntino
INFUSO DI THE VERDE: 1 kcal
YOGURT PARZIALMENTE SCREMATO ALLA FRUTTA: 125g, 82 kcal
Cena
INSALATA DI POMODORI E MENTA: 155 kcal
CALAMARI ARROSTO: 205 kcal
PANE DI FRUMENTO: 50g, 144 kcal

ACQUA GASSATA
TERZO GIORNO
Colazione
LATTE PARZ.SCREMATO: 250g, 116 kcal
PANE DI FRUMENTO: 40g, 116 kcal
MARMELLATA AI MIRTILLI NERI: 5g, 11 kcal
Spuntino
PRUGNE O SUSINE: 150g, 63 kcal
Pranzo
INSALATA DI RADICCHIO ROSSO: 58 kcal
POLPO IN INSALATA: 306 kcal
PANE INTEGRALE: 50g, 112 kcal
ACQUA GASSATA
Spuntino
MACEDONIA ESTIVA: 66 kcal

Cena
INSALATA DI RUCOLA: 73 kcal
RISOTTO AI MIRTILLI NERI: 387 kcal
FONTI:Dott.ssa Laura Di Renzo, esperto di genomica nutrizionale presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, Cattedra di Alimentazione e Nutrizione Umana, Direttore Prof. Antonino De Lorenzo. Docente di chimica degli alimenti e scienze merceologiche presso l'Università dell'Aquila.

lunedì 22 giugno 2009

Cambiare è possibile, basta volerlo.

La candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio dell'Unesco, ci deve far riflettere, per non sprecare un' importante occasione.
Credo che, se tutti noi condividiamo la convinzione che la società di oggi è basata su criteri e valori esclusivamente economici, non si può prescindere dal rivalutare le nostre tradizioni contadine e popolari che, partendo da ingredienti poveri, utilizzando erbe selvatiche, prodotti genuini della terra, olio d’oliva ed altri alimenti tipici delle nostre zone, ha permesso di creare quella dieta mediterranea legata ad una terra che ha alla base della sua gastronomia il gusto e il piacere per la buona tavola, nel ricordo delle tradizioni.
Un percorso che, partendo da ciò, arrivi al nostro modo di intendere la filiera della distribuzione, senza sprechi, riducendo gli imballaggi, il trasporto, salvaguardando la freschezza e la qualità dei prodotti, privilegiando il rapporto diretto con i produttori locali, lo sfruttamento della terra non intensivo ma equilibrato e, per ultimo, ma non meno importante, perseguendo un giusto prezzo, che garantisca il risparmio di chi compra ma anche permetta a chi produce di non dover sfruttare la manodopera o volere aumentare la produzione con prodotti chimici …Credo che ciò ha un senso se queste motivazioni vengono condivise da un numero sempre maggiore di persone.

venerdì 12 giugno 2009

Frutta e verdura al supermercato: entro dieci anni si coglieranno direttamente dalla pianta!

Nel giro di dieci anni frutta e verdura si coglieranno direttamente dallo scaffale del supermercato, a tutto vantaggio del gusto e dell´ambiente. La novità arriva dall´Inghilterra: entro il 2019 frutta e verdura potranno essere colte direttamente dalla pianta, con tutta la comodità garantita dalla moderna grande distribuzione. Futurlab, società di consulenza britannica, ha infatti previsto l´arrivo nei supermercati dello scaffale idroponico: una specie di serra che troverà posto nelle corsie dei centri commerciali e che ospiterà funghi, patate, fragole, frutti di bosco, pomodori, insalata, peperoni e verdure varie. Il cliente si limiterà a cogliere dalla pianta ciò che gli serve, pesarlo e pagarlo alla cassa. Nello scaffale idroponico, riporta www.focus.it , non ci sarà terra ma una speciale soluzione ricca di nutrienti nella quale sono affondate le radici delle piante. Secondo Lucy MacLennan, responsabile tecnico di Sainsbury, una delle più grandi catene commerciali britanniche, questo tipo di distribuzione avrà effetti positivi non solo sulla qualità di ciò che mangiamo, ma anche sull´ambiente: frutta e verdura che troviamo al supermarket costano infatti moltissimo sia in termini di trasporto sia in termini di imballaggio. Far nascere e crescere i vegetali direttamente sullo scaffale taglierà le emissioni inquinanti legate a queste due attività. E ne trarrà vantaggio anche il gusto, visto che ci permetterà di mangiare prodotti maturati direttamente sulla pianta.


Fonte: Agi